Perugia2016 WORKSHOP Educazione all'arte e alla cultura

5. Nota introduttiva ai temi del dibattito 119 più). Non si può negare come negli ultimi anni, i luoghi d’arte e cultura siano molto più frequentati, grazie anche al fatto che si è iniziato a guardare ad essi con logiche diverse; ma l’impatto che ciò può produrre in termini educativi e culturali è tutto da verificare. Gallerie, musei, auditorium solo di recente hanno iniziato a proporsi anche come luoghi di intrattenimento e di educazione alla cultura cercando di diversificare la loro vocazione di luogo di “fruizione”, a luogo di produzione, creazione artistica, educazione, intrattenimento, ricerca: una mutazione che rappresenta un presup- posto importante per attivare quella logica di educazione permanente che può fare dei luoghi della cultura dei nuovi poli di lifelong education. Da questo punto di vista tuttavia, il lavoro da fare è molto ampio. L’Istat ha da poco reso fruibili i dati di una vasta indagine condotta presso gli istituti museali o similari italiani, da cui emerge che il loro livello di “infrastrutturazione” in ter- mini di servizi e dotazioni attivati resta ancora molto basso. Si consideri ad esempio che dove all’estero la digitalizzazione del patrimonio artistico e culturale procede speditamente, con progetti di portata nazionale, da noi solo la metà (il 51,6%) dei musei e delle gallerie ha un proprio sito, e per le aree archeologiche e i monu- menti, la percentuale scende rispettivamente al 44,2% e 46,2% (tab. 6). Ancora “solo” il 58,6% delle strutture organizza attività didattiche, rappresentate per lo più dalle visite guidate; il che significa che in 4 strutture su 10 tale tipo di servizio è assente. Peraltro i più carenti da questo punto di vista sono i monumenti e le aree archeologiche: proprio i luoghi che necessiterebbero di maggiore atten- zione da questo punto di vista, per trasformare l’esperienza della visita in un’oc- casione educativa.

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