Perugia2016 WORKSHOP Educazione all'arte e alla cultura

Allora il problema è quale valore dare alla cultura e all’educazione artistica e cultu- rale. Oggi si è riscoperto che è possibile dare alla cultura un valore non soltanto in termini intellettuali, e se vogliamo anche etici, ma anche nel senso di quantificare quanto è definibile come “bene” – e quindi tangibile per certi versi, monetizzabile per altri – tutto ciò che viene dal mondo culturale. La massima attorno alla quale molti di noi si sono formati era “Litterae non dant panem”. Ecco, si tratta di un errore, perché oggi con le “litterae” si può creare un sistema produttivo, innovativo, d’impresa e di sviluppo del Paese che fa dell’Italia una sorta di piattaforma petroli- fera, alla quale attingere e dalla quale partire per una crescita vera del Paese. Passo ora la parola ai nostri ospiti, cominciando con Vittorio Sgarbi, non solo per animare la nostra chiacchierata, ma anche perché, Vittorio, mi piacerebbe capire per quale ragione a tuo giudizio non è stato possibile ottenere questa consapevo- lezza in modo nitido e perché si è scavata una trincea tra i due mondi, quello uma- nistico della formazione culturale e quello della formazione tecnica. V ITTORIO S GARBI Storico e Critico dell’arte Guarda, è molto semplice. Pensando di dover intervenire per ultimo, stavo ini- ziando a prendere appunti su quello che avrei detto in chiusura di dibattito, dopo aver ascoltato i diversi orientamenti dei relatori. Ma siccome il primo sei tu devo prendermela con te, che sei la vittima designata. E quindi dirò che è colpa tua e anche di Vittorio Feltri, essendo tu, noi ci conosciamo da molti anni, partito o perlomeno diventato visibile dall’esperienza de il Giornale, un giornale che poteva essere, come è stato, controcorrente rispetto all’establishment, al mondo dei Ca- valieri del Lavoro, al Corriere della Sera, al potere economico. Cioè un giornale che, con Montanelli fondatore, intendeva indicare una sovversione diversa, ma non dissimile, da quella di Pasolini, che infatti scriveva sul Corriere della Sera in prima pagina. Ma quando Pasolini finisce la sua parabola nel modo cruento che conosciamo, il suo posto lo prende Giovanni Testori e stanno tra la prima pagina e la terza. L’educazione all’arte e alla cultura: il ruolo delle istituzioni pubbliche e dei privati 18

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