Perugia2016 WORKSHOP Educazione all'arte e alla cultura
Quando nasce il Giornale, è evidente che Montanelli può giocare una partita molto più libera rispetto ai poteri e anche rispetto al potere rappresentato dalla Crespi, capitalista di sinistra che ovviamente intende emarginarlo, e di fatto lo fa cacciare. Dallo scontro tra la Crespi e Montanelli nasce il Giornale. Come siano andate le cose poi lo sappiamo, arriva Berlusconi e naturalmente questo scompa- gina tutto. Però, per citare un esempio, quando Montanelli deve chiamare a scri- vere sul suo giornale Piero Buscaroli, da poco scomparso, ha paura della sua visione del mondo, che non è di sinistra, e lo costringe a scrivere con uno pseudonimo. Sono dati che indicano anche il conformismo dello stesso Montanelli, pur diverso dal conformismo del Corriere della Sera. Andiamo avanti, arriviamo a Feltri – ci fermiamo prima di Sallusti ovviamente – e un giorno dico a Feltri: “Perché non fai un colpo di scena e rimetti la terza pagina in terza pagina?”. Sapete che la rivo- luzione dei giornali rispetto alla cultura è il passaggio dalla terza pagina al paginone di la Repubblica, giornale che nasce particolarmente ricco di stimoli, tra cui quello di aumentare al centro del giornale, senza la divisione delle pagine, la cultura. Quindi, in fondo, una posizione intelligente nella logica della comunicazione, perché aprendo il giornale hai due pagine, non una. E questo può essere un passo avanti. Ma quando dico a un uomo coraggioso come Feltri: “Metti la terza pagina in terza pagina”, mi dice: “Non posso”. Immagino anche te e immagino chiunque usi la terza pagina come la memoria di un tempo perduto, quindi di un tempo di decadenza come questo, perché mi dice: “Ma sai, bisogna portare in terza pagina anche quello che interessa al popolo e cioè le notizie relative alle questioni generali della quotidianità, della politica, della vita”. Dico: “Sì, però puoi sempre mettere un foglio interfogliato, che poi puoi togliere e ognuno raccoglierà, come fanno con i miei inserti nei giornali, per i fatti suoi se intende che la cultura sia centrale nella sua vita”. Gli feci quella domanda in attesa di una risposta e lui alla fine disse: “No”, ed era Feltri. Perché faccio questo ragionamento? Perché invitando ieri D’Amato, Santarelli e altri qui presenti a vedere la bellissima mostra della colle- zione fatta da me e da mia madre a Osimo, un giornalista che tu conosci bene che è Vulpio, con grande entusiasmo dice: “Guarda, ho ottenuto dal direttore del gior- nale di fare l’articolo in terza pagina”. Allora io dico: “Bello, in terza pagina”. 2. Relazioni 19
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