Perugia2016 WORKSHOP Educazione all'arte e alla cultura
Ricordate che nel 1980 iniziai la mia luminosa carriera con una mostra che si chia- mava “Palladio e la maniera”. Ero stato qui funzionario della sovraintendenza, ero il successore del meraviglioso sovrintendente Santi che andava in pensione e cer- cava chi gli potesse succedere. Io non ero quello che lui poteva immaginare, anche se mi guardava con molto affetto attraverso l’intervento politico importante del collega sottosegretario Spitella, figura mitica di una politica ormai perduta in cui la Democrazia Cristiana era un potere reale, di D’Andrea e mio. E allora, in oc- casione di quella mostra mi chiama Testori, che avevo conosciuto nel 1978 a Ca- stelfranco Veneto per le celebrazioni di Giorgione, che mi dice: “La tua mostra è bellissima” – e intanto io passavo dalla condizione provinciale di Vicenza al Cor- riere della Sera – “Preferisci l’articolo in pagina di cultura o in terza pagina?”. “Ma fai quello che vuoi”, rispondo io. Alla fine uscì in terza pagina su quattro colonne – o tre colonne con molti elogi – e io da quel momento cominciai a sentirmi quello che sono: era la terza pagina alla terza pagina del Corriere della Sera. Quando Vulpio mi dice: “Ho ottenuto dalla cultura di fare l’articolo in terza pa- gina”, mi dico: che strano, il Corriere torna alle sue origini e torna finalmente a fare la terza pagina. Non me ne sono accorto. Però ha detto terza pagina otto volte, sarà la terza pagina. Arriva il giornale giovedì, lo apro e vado in terza pagina. C’era il tema, di grande suggestione, della maternità della Meloni. Ora io vorrei sapere a chi di voi può interessare questo argomento patetico, ridicolo, insensato, falso femminista, in cui uno dice che è meglio che una incinta di sette mesi, se non vuol essere settimina, non faccia il sindaco e l’altra si offende perché è una donna. Ma chi se ne frega! È logico che una donna incinta di sette mesi sarà un po’ più debole nel fare la campagna elettorale, non è che c’è la rivoluzione del mondo per- ché Bertolaso ha fatto una battuta forse non felicissima. Io ho detto: “Speriamo che nasca settimino, così se la sbriga subito e può fare il sindaco”. Però voi sapete cos’è la maternità nella storia dell’arte: vuol dire Giotto, Botticelli, Caravaggio. Staranno meglio loro in terza pagina della Meloni? No, in terza pagina leggo la Meloni, cerco me in quarta e dico: ma che strano neanche in quarta e ne- anche in quinta. Vado alla trentanovesima pagina. Avevo lasciato un tempo la terza pagina alla diciassettesima, perché questi filoni di Cusenza e Feltri scrivono “terza pagina” in lettere capitali – scritto proprio terza pagina su Il Tempo – ma su alcuni L’educazione all’arte e alla cultura: il ruolo delle istituzioni pubbliche e dei privati 20
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