Perugia2016 WORKSHOP Educazione all'arte e alla cultura
V IRMAN C USENZA Grazie a Vittorio Sgarbi per avere messo anche un po’ di pepe su questo argo- mento. Potrei risponderti dicendo che tu vedi il bicchiere mezzo vuoto, ma ce n’è anche una parte mezza piena. Per esempio, chi nel 1978, anno a cui tu fai riferimento, metteva in prima pagina articoli che denunciavano il disfacimento del patrimonio culturale? Nessuno. Chi occupava intere pagine di primo piano dei giornali per denunciare l’abbandono e l’incuria in cui il nostro patrimonio si trovava? Nessuno. Ora, dal 1978 ad oggi è cresciuta la consapevolezza della cura del nostro patrimonio, impensabile appunto quarant’anni fa. Quindi, da questo punto di vista, i giornali sono lo specchio del Paese. Probabilmente è un errore e non sei il primo che mi chiede di ripristinare la terza pagina. Però ti potrei anche dire che in terza pagina spesso sono stati trattati argomenti di sensibilità culturale e patrimoniale, nel senso culturale del termine, che invece prima non avevano spazio. Oggi i giornali italiani ospitano molto spesso più cultura di quanta non ce ne fosse in passato, all’epoca di grandi scrittori o filosofi poco attrattivi per un pubblico più vasto. Poi va detto che la terza pagina in molti casi si è spostata sui siti web, perché grazie ai nostri portali raccontiamo tanti aspetti, dalla denuncia dell’incuria del patrimonio, alla sua utilizzazione o conoscenza. Vorrei adesso invitare il professor D’Andrea a spiegarci come è cambiata la pro- mozione culturale nel nostro Paese, non soltanto in termini di peso specifico, ma anche di contributo che attraverso il governo ha assunto negli ultimi anni, e quanto di fatto informa l’azione stessa del governo. G IAMPAOLO D’A NDREA Capo di Gabinetto Ministero dei beni e della attività culturali e del turismo Devo dire che sono molto in sintonia con l’analisi di Sgarbi, non solo per il rife- rimento specifico, chiaramente paradigmatico, sulla collocazione nei giornali del tema della cultura e sul passaggio dalla terza alla trentanovesima pagina come dice lui, ma perché, ce lo dobbiamo dire, nel Paese è stato così per tutto. È stato così alla Rai e nelle tv commerciali, questa è l’analisi del Paese. Guardando al rapporto 2. Relazioni 23
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