Perugia2016 WORKSHOP Educazione all'arte e alla cultura

fettivamente si fa uno spreco. Ma lo spreco si corregge non dicendo solo che quello è uno spreco, ma come si farebbe lo stesso intervento in altro modo e provando a farlo. E questo, naturalmente, non è compito dei giornalisti o degli operatori della comunicazione, ma di chi ha la responsabilità di amministrare. Anche da questo punto di vista Sgarbi conosce bene la nostra operazione sul ridisegno dell’orga- nizzazione ministeriale delle sovraintendenze. Ormai è già stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale e quindi la riforma è in atto, la stiamo realizzando in questi giorni. Noi avremo solo sovraintendenze uniche sul territorio, che comprenderanno non solo architettura e arte, ma pure l’archeo- logia. Ma saranno attente – perché questo è il disegno che abbiamo voluto far pre- valere – ad avere all’interno di ciascuna sovraintendenza un responsabile per ciascuno dei filoni tradizionali delle nostre competenze. È un titolare di materia archeologica, storico-artistica, architettura e paesaggio, ma anche demo-etnoan- tropologica, perché non dobbiamo dimenticare tutto il patrimonio di cultura im- materiale di questo Paese. Ecco, allora il grande sforzo è quello di incentivare l’iniziativa privata. Sull’Art bonus si può anche andare più a fondo. Noi abbiamo dovuto mettere un tetto, perché era difficile ottenere dal Ministero dell’economia, e soprattutto dall’Agenzia delle entrate, una operazione indiscriminata di Art bonus. Lo abbiamo limitato all’intervento su beni pubblici e all’intervento di investimento, e non di attività, eccetto il caso delle fondazioni lirico-sinfoniche, dove abbiamo riconosciuto anche la possibilità di intervenire per la realizzazione di attività, perché in quel contesto non è possibile una distinzione tra investimento e attività. Si potrebbe fare di più, e io mi auguro che possiamo fare di più. Ma dall’altro lato è necessario che tutta l’organizzazione pubblica, da quella nazionale e ministeriale a quella degli enti lo- cali, a quella delle regioni, possa sostenere uno sforzo che deve essere corale del Paese, se vogliamo riconquistare una collocazione centrale dal punto di vista dei valori che non solo giustificano la tradizione e la conservazione, ma delle oppor- tunità che giustificano invece l’utilizzazione di questo patrimonio come una risorsa vera e propria. Facendo in tal senso venire meno anche qualche malinteso. Infatti, tutte le volte che ci poniamo il problema di valorizzare in senso incrementale, si alzano grida, lamentele, proteste, perché si dice che si mette a rischio, con la frui- L’educazione all’arte e alla cultura: il ruolo delle istituzioni pubbliche e dei privati 26

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