Perugia2016 WORKSHOP Educazione all'arte e alla cultura

chi fa il nostro mestiere deve sempre spiegare di non essere un parassita, ma qual- cuno che può aiutare a produrre reddito. Questo discorso serve a rispondere alla sua domanda. Quando una fondazione lirica decise qualche mese fa di licenziare in tronco coro e orchestra, i giornali, compreso il suo, non si stracciarono le vesti, non ci furono ma- nifestazioni di piazza. Ci fu, invece, la percezione che si era finalmente messo mano a una fonte di privilegio. Questo, per chi fa il mio mestiere, è un segnale molto al- larmante, perché fa riflettere sul fatto che la musica, l’orchestra, i musicisti, debbano essere percepiti dalla collettività ancora di più come un bene comune. E allora, no- nostante le cose dette fino ad adesso, nonostante il fatto che un’orchestra sia di per sé un modello di efficienza e di merito, la redditività artistica e quella economica devono essere rispettate. Non a caso l’Accademia di Santa Cecilia e la Scala sono le uniche fondazioni liriche ad essere autonome, perché hanno il bilancio in ordine da nove anni e perché hanno un rapporto virtuoso tra pubblico e privato. A Santa Cecilia metà del bilancio arriva dal privato, l’altra metà è da fonte pub- blica: esattamente fifty-fifty. All’interno di quello che deriva dal privato, metà sono ricavi nostri di biglietteria, abbonamenti, tournee. L’altra parte invece sono dona- zioni, finanziamenti dei soci fondatori, mecenati. C’è questo equilibrio virtuoso. Santa Cecilia sta lì da cinque secoli, e spero possa rimanerci a lungo, tuttavia il mo- mento di massima espansione si è avuto nella prima parte del Novecento quando c’era un genio, il Conte di San Martino, a fare il sovrintendente. Cosa ha fatto il Conte di San Martino in cinquant’anni? Ha pensato che Santa Cecilia dovesse avere un ruolo egemone nel mondo della cultura e della società, espandendo la sua in- fluenza nel mondo del sapere. Santa Cecilia, cosa che pochi sanno, ha fondato l’Ac- cademia di Arte drammatica, ha fondato quello che poi è diventato il Centro sperimentale di cinematografia, ha costruito l’Augusteo, ha fondato il Conservatorio di musica, ha fatto accademici da grandi scienziati ad artisti, alla Regina di Inghil- terra. Ha cercato cioè di espandere la sua sfera di influenza in modo sempre più largo. E allora, la parola d’ordine è condivisione e partecipazione. Bisogna creare un mondo più largo ed essere consapevoli del fatto che si tratta di un bene comune non soltanto perché è bello dirlo e fa scena nei salotti, ma perché 2. Relazioni 37

RkJQdWJsaXNoZXIy NDY5NjA=