Perugia2016 WORKSHOP Educazione all'arte e alla cultura

del teatro, oltre che per il resto. Perché l’utilizzazione delle risorse pubbliche si giustifica se mira ad un obiettivo che può anche non essere di immediata redditi- vità, ma che comunque deve essere oculata. Deve essere – hai ragione – corrispon- dente allo sforzo che si fa. Questo deve valere per tutti e deve valere anche qualche forma di competitività nella direzione delle istituzioni culturali. Ho guardato con orrore al dibattito che si è sollevato sulla nominabilità di direttori dei musei non italiani, tra l’altro europei. Orrore, perché ci sono tanti italiani che in giro per l’Europa gestiscono strutture culturali. Ho trovato questa cosa degna di un provincialismo di accatto che ogni tanto spunta nei nostri dibattiti e nelle nostre discussioni, e che in realtà nasconde la paura della competitività. Poi, che uno proveniente da un altro paese abbia difficoltà a seguire la nostra organizzazione burocratica è anche vero. Ma va aiutato, anziché essere messo in difficoltà perché non si ambienta subito, sia nella lirica – perché i problemi ci sono stati anche nelle fondazioni lirico sinfoniche – sia nei musei. Voglio dire una cosa che secondo me riassume alcuni degli elementi della rifles- sione di questa mattina in un unico pensiero. Proprio ripartendo dal documento che ci avete inviato su cui è nato questo workshop, il vero problema è l’educazione all’arte e alla cultura. È un problema di fondo che non si risolve con investimenti materiali, ma con un pensiero strategico. Cioè con l’avere un’idea – lo ricordava per altro verso Maffettone – del tuo rapporto con l’arte e con la cultura e come puoi, come paese, riuscire a realizzare una ulteriore sensibilizzazione in direzione di questo rapporto. Noi, anche per lanciare un segnale, a novanta giorni esatti dal- l’insediamento del governo Renzi, con il Ministro Franceschini abbiamo sotto- scritto il protocollo di intesa con il Ministro dell’istruzione su questo tema. Abbiamo provato a fare una cosa che tante volte si era riusciti a fare, ma sempre con interventi limitati, riconoscimenti dei titoli, i profili professionali, l’equipol- lenza, che pure naturalmente fanno parte di questo dossier. Mai con l’idea di in- dividuare uno strumento strategico, che ha visto nel regolamento ministeriale successivamente nato l’istituzione di una direzione per l’educazione e la ricerca – e qui c’è la direttrice generale che la guida – con il compito specifico di elaborare un piano per l’educazione al patrimonio culturale. Cosa che sta avvenendo, che è 2. Relazioni 45

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