Perugia2016 WORKSHOP Educazione all'arte e alla cultura
già in stato molto avanzato, posso dire quasi completato. Questo per vedere come riusciamo nelle scuole, dalle elementari all’università, non solo nell’attività curri- culare stretta a riconoscere uno spazio alle discipline umanistiche o a quelle che mettono nella condizione di esaminare, di educare a guardare, non a consumare distrattamente, ma ad essere interlocutore attento del patrimonio culturale. Si deve realizzare una sinergia tra chi fruisce del patrimonio culturale e ciò che il pa- trimonio culturale è in grado di trasmettere: perché altrimenti si perde quell’effetto di complessiva attenzione e sensibilizzazione che, alla fine, porta a non considerare uno spreco l’investimento di risorse per i beni culturali. Se si capisce che vale, non si considera uno spreco. E si condanna di più lo spreco, quando si realizza nelle attività di intervento nel campo culturale, appena si percepisce che è legato ad una cattiva gestione e ad una mancanza di efficienza. È tutto lì. Alzare il livello critico di attenzione e, al tempo stesso, di sensibilità per le cose che si fanno è il risultato di una operazione strategica. Non è un problema di risorse, è il risultato di una operazione strategica. Se saremo capaci come Paese nel nostro insieme di mettere in piedi una operazione di questo tipo, vinceremo la sfida. Ha ragione Maffettone, rispetto al nostro passato potremmo dire di esserci liberati dal suo peso e di poterlo finalmente utilizzare come una grande opportunità per il nostro futuro. V IRMAN C USENZA Grazie a D’Andrea. Maffettone viene chiamato in causa anche da me per chiudere questo secondo giro di tavolo. Perché c’è un paradosso al quale assistiamo ancora impotenti, cioè il fatto di mandare spesso i nostri figli giovani e più meritevoli, interessati e appassionati, a studiare all’estero, per poi scoprire che abbiamo fatto la scelta giusta, ma che il percorso formativo nelle università straniere ha un im- pianto umanistico che è esattamente quello del contesto da cui proveniamo. Il pa- radosso è che andiamo a cercare all’estero quello che già avremmo in casa, solo perché gli altri lo hanno articolato meglio. Penso che, quanto a “tafazzismo”, que- sto sia un capolavoro. Tu che ne pensi? L’educazione all’arte e alla cultura: il ruolo delle istituzioni pubbliche e dei privati 46
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