Perugia2016 WORKSHOP Educazione all'arte e alla cultura
S EBASTIANO M AFFETTONE Sono d’accordo, è come comprare la pizza a Denver! In realtà è che in questo mo- mento storico il mondo anglo-americano ha un sistema accademico che funziona meglio. Quindi si capisce perché si va lì, perché strutturalmente funziona meglio. Però volevo fare come fanno i politici, avendo una domanda, rispondere con tut- t’altro, se mi consenti. Perché sono stato molto sollecitato prima da Vittorio Sgarbi e poi dal professor D’Andrea. Secondo me oggi c’è una sfida enorme davanti a noi, la sfida tra un nichilismo rampante di una società occidentale e un’idea di valore forte. Se guardate le stati- stiche di quelli che stanno nell’Isis, il 25% di quei pazzi vengono dall’Europa. La seconda cosa è che l’Islam non c’entra assolutamente niente: non sono teologi, non conoscono la religione, sono ignoranti. Il collante è il rifiuto del nichilismo, è quello che avevano le Brigate Rosse in Italia, non quello che hanno i teologi. La religione c’entra pochissimo, c’entra una spinta esistenziale a cercare un valore as- soluto e la ricerca della morte ovviamente è un valore assoluto. Tutti abbiamo letto dell’omicidio di Roma, terribile, di due giovani, tra l’altro uno era stato nostro studente alla Luiss. Questo mondo disperato, che ha bisogno di sfidare la morte per accorgersi che esisti, ha una sola risposta: il valore. E dove lo troviamo il valore? Secondo me il valore lo troviamo nell’educazione artistica, questa è l’unica spe- ranza. È una speranza flebile, ma sensata. In un paese come l’Italia, con un patri- monio culturale come il nostro, possiamo trovare un repertorio di valori, per così dire, assopiti ma che esistono. Se riusciamo a scavare là dentro, se riusciamo a tro- varli, noi abbiamo l’unica risposta possibile a questa morte diffusa, a questa man- canza di speranza, a questa disperazione, a un paese che non fa figli. Mi rendo conto di averla sparata grossa, però secondo me è una cosa importante. Non c’è niente di più rivoluzionario che l’educazione artistica. L’altro problema è il coraggio dell’innovazione, dobbiamo prenderlo da qua. Non è vero che l’innovazione è solo digitalizzazione, l’innovazione è cultura e bisogna avere il coraggio di tornare indietro, di guardare alla nostra storia, al nostro patri- monio, di coltivarlo e forse lì troviamo una risposta importante a questa sensazione di disperazione che c’è in giro. 2. Relazioni 47
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