Perugia2016 WORKSHOP Educazione all'arte e alla cultura

gonza, che ha una percentuale di placement vicino al 100%, quando la disoccupa- zione giovanile rasenta il 30%. E non è che sulla Riviera del Brenta si è aggiunto un salvatore tonitruante sulle acque, dicendo “Tu qui mi costruirai una scuola”! Perché è da secoli che su quella riviera si costruiscono le scarpe da donna più belle del mondo: e lo si fa con impegno, con compassione, con dita punte mille volte dagli spilli della pazienza. Ma è inutile che lo dica a voi, perché questo è il mondo in cui vi muovete e questo è il mondo che con la vostra generosità ci avete aiutato a portare avanti. Proprio il progetto “Una scuola, un lavoro: percorsi di eccel- lenza” – insieme a “La regola del talento” – è stato definito una best practice a livello europeo dalla Fondation Bettencourt, una delle istituzioni private più importanti per la valorizzazione dei mestieri d’arte. Ci sarebbe anche un video, ma vi invito a visitare il sito per vedere i volti, le mani, il talento di tutti questi ragazzi che chie- dono soltanto che venga loro permesso di dare il meglio che possono. Allora conta il loro impegno, il talento che mettono a disposizione di una cultura del progetto. Perché, vedete, questi ragazzi hanno bisogno non solo di essere educati e formati ad essere gli artefici della bellezza di domani. Hanno bisogno anche di essere educati alla cultura del dialogo, perché è dal dialogo tra la cultura del progetto e la cultura del saper fare che nasce questo unicum che ci permette ancora di essere competitivi. Credete che ci sia bisogno di altri gioielli, di altri vestiti, di altri mobili, ma non c’è bisogno di niente. C’è bisogno di sognare, c’è bisogno di essere felici per quello che si fa e per come lo si fa. E allora i volti ed i gesti di tutti questi ragazzi, che anche voi avete aiutato e sostenuto, sono la migliore risposta a questo nichilismo, a questo esomorfismo mimetico per cui è tutto uguale, fatto bene o fatto male non conta più. Ecco, di fronte alla tentazione onnivora del nichilismo, i volti ed i gesti di questi ragazzi riverberano e riecheggiano la risposta che diede Pio VII all’usurpatore: “non possumus”, non possiamo. E non dobbiamo! 3. Testimonianze di Cavalieri del Lavoro 59

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