Perugia2016 WORKSHOP Educazione all'arte e alla cultura
Con le scuole abbiamo provato in punta dei piedi ad attivare alcuni laboratori. Abbiamo visto che i bambini delle scuole elementari venivano con le maestre, prendevano appunti e ritornavano con i genitori ed i nonni, facendo loro i ciceroni e sentendosi per questo molto importanti. Tutto ciò ci ha trasmesso una grande forza per continuare. Lavoriamo molto anche sul canto e finanziamo un progetto di insegnamento del canto. Non lo realizziamo noi, ma circa 1.000-1.200 bambini che cantano sotto la guida delle loro maestre, alle quali un musicista insegna ad insegnare il canto a bam- bini delle scuole elementari. Poi c’è un concerto che le singole classi a gruppi delle singole scuole, danno a fine anno. Abbiamo organizzato laboratori anche per ragazzi delle scuole superiori, che hanno avuto un grande successo e soprattutto hanno su- scitato grande interesse allo scoprire vie di lavoro nuove. Mi fa molto piacere, perché quello è uno dei progetti che stiamo tentando con grande fatica di perseguire – siamo nati da neanche otto anni e quindi abbiamo già troppi impegni – quello delle nuove professionalità. Sono convinta, e mia figlia con me, che il bello porti al buono e in questo modo percorrendo una strada seria, saggia e di grande valore si riesce a togliere dalle sale gioco, dalla strada e dalla violenza molte persone. Stiamo anche portando avanti, in collaborazione con la Fondazione Zancan di Padova, un progetto di crescita per i ragazzi delle scuole medie inferiori e superiori, proprio per identificare che cos’è che li induce al bullismo, quali sono le cause delle loro disattenzione alla famiglia, alle buone compagnie. Attraverso la formazione, contiamo di arrivare all’occupazione e soprattutto di dare coraggio, perché il coraggio è essenziale. Qualche giorno fa presentavo la mostra in un club e mi hanno chiesto: “Ma che cos’è che la porta a fare queste cose, che consiglio darebbe ai giovani?”, e io ho ri- sposto di rimboccarsi le maniche, correre ed avere coraggio, non c’è nessuna altra strada che possa portare al successo. Siamo molto presenti anche nel lavoro sulla natura, sul risparmio e sulla gestione degli sprechi. Questo è un progetto che abbiamo appena iniziato, ma che richie- derà sicuramente grande impegno. Abbiamo un parco di 65.000 metri quadri, con piante meravigliose che facciamo conoscere ai bambini, educandoli a coltivare nel loro vasetto un piccolo seme che cresce, che diventa piantina, in modo che possano capire che cosa vuole dire essere educati. L’educazione all’arte e alla cultura: il ruolo delle istituzioni pubbliche e dei privati 62
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