Perugia2016 WORKSHOP Educazione all'arte e alla cultura

centro per il libro, non agli editori. Siamo inoltre impegnati a creare la piattaforma per rendere gli ebook accessibili per i non vedenti, perché il non vedente può be- nissimo farsi leggere l’ebook, ma il problema è comprarlo. La piattaforma deve es- sere in grado di guidare il non vedente, anche se non può naturalmente cedere lo schermo. Nulla di simile viene fatto per pubblicazioni di natura pubblica. Tuttavia, devo ammettere che con questo governo le cose vanno migliorando. In particolare, il Ministro per i beni culturali, rispetto a chi l’ha preceduto – che è stato molto distratto, impegnato in altre cose, e ha disperso fondi altrove – oggi non manca occasione per segnalare l’importanza della cultura e soprattutto l’im- portanza del libro. Ha parificato l’Iva sugli ebook a quella sui libri di carta, an- dando in infrazione con l’Europa, anche se probabilmente stavolta sarà l’Europa che si adeguerà a questo provvedimento italiano. Ha dato un buono di cinque- cento euro agli insegnanti, speso in gran parte in libri. È un’iniziativa molto po- sitiva, e lo stesso intende replicare con il buono agli studenti. Un bel passo avanti rispetto al Ministro Urbani, che in una sala come questa agli editori italiani disse: “Non vedo il problema, se gli italiani non leggono pubblicate in inglese”. Era il Ministro dei beni culturali italiano. Sul breve periodo ognuno ha le sue ricette. Restituire il maltorto agli editori sa- rebbe una bella idea, elaborare provvidenze che aiutino alla conversione digitale, che è il know-how. La mania demagogica della politica di dare soldi alle startup nel nostro settore è disastrosa, perché spesso si tratta di startup improvvisate, fatte da gente che non ha il know-how, non ha il patrimonio culturale e di copyright di valore da diffondere. Riconoscere il ruolo culturale delle librerie ad alta densità di capitale umano, come ha fatto la Francia, che difende le sue botteghe, i suoi centri storici e in questo modo anche il turismo. Dotare le biblioteche di fondi comparabili a quelli a disposizione dei colleghi europei: stiamo parlando del 20% del mercato editoriale in Scandinavia che viene acquistato dalle biblioteche, ri- spetto al 10% in Francia, al 5% in Germania e al 2% in Italia. Promuovere, a mio parere, una scuola più scritta e meno orale aiuterebbe anche a capire. Nel lungo periodo i problemi della lettura sono gli stessi del Paese: creare un Paese più meritocratico che risponda alle regole e che anche nella scuola si fondi sulla capacità: “più libri sarebbero sia causa che effetto”. L’educazione all’arte e alla cultura: il ruolo delle istituzioni pubbliche e dei privati 68

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