Perugia2016 WORKSHOP Educazione all'arte e alla cultura

P AOLA S ANTARELLI Presidente Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli Onlus La mia testimonianza è l’essenza di un sentimento familiare, di una tradizione fa- miliare condivisa. C’è un filmato senza musica, altrimenti non riesco a parlare. Questi sono i miei genitori, Dino ed Ernesta Santarelli. Abbiamo istituito la Fon- dazione nel 2004, l’ha istituita mia madre assieme a noi tre fratelli, Tony, Santa ed io. Quando parlo della Fondazione sono sempre un po’ emozionata, perché tanti sentimenti vi sono legati e poi perché oggi coincide con una particolare ri- correnza: è il giorno in cui si è verificata la scomparsa terrena di mio padre nel 1999. Quindi per me è argomento di sentimenti che vi trasmetto come li sento, con una voce anche un po’ vibrante. Chi vive a Roma, come noi, da un tempo così lungo ha un rapporto strettissimo con i marmi, che sono parte del nostro paesaggio e del nostro quotidiano. È una storia bellissima che dura nella nostra città, la Roma eterna, da circa 2000 anni. È cominciata in età repubblicana, quando i Romani distrussero Cartagine e fecero arrivare i primi marmi da una cava che si trova in Numidia, l’odierna Tunisia. Sempre nel 146 a.C. i Romani conquistarono la Grecia, da cui provengono il marmo pentelico, tutti i marmi insulari, la portasanta di Chios, il cipollino di Ca- risto. Marmi stupendi, tanto che all’avvento dell’epoca imperiale Svetonio disse di Augusto che aveva trovato Roma in tufi, peperino e travertino e l’aveva lasciata in marmo. In effetti Augusto fu l’imperatore che fece diventare Roma “a colori”, come ormai non la vediamo più. Per questi marmi il periodo di maggiore splen- dore fu l’epoca flavia, sebbene anche con Traiano ed Adriano furono inseriti nuovi marmi meravigliosi, tra cui i vari marmi egizi. Tra questi il più conosciuto è il por- fido rosso d’Egitto, la pietra che poi sarebbe diventata simbolo dell’impero e molto usata anche nelle epoche successive, ma vanno citati anche le dioriti, i graniti, gli alabastri, la bassanite. Un’infinità di marmi che hanno reso grande Roma. Al ter- mine del V secolo tutto questo finisce. E finisce anche quella storia meravigliosa delle cave romane, che erano quasi tutte cave imperiali, in cui operavano ricerca- tori, cavatori, conservatori e trasportatori che hanno avuto un ruolo straordinario. Da quel momento inizia la decadenza della Roma antica, perché a partire dall’alto medioevo le famiglie di scarpellini, i cosiddetti cosmati, cominciano a realizzare 3. Testimonianze di Cavalieri del Lavoro 69

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