Perugia2016 WORKSHOP Educazione all'arte e alla cultura
due casi emblematici, paradigmatici, con la distruzione dell’Arco di Trionfo, quasi completamente dissolto, a simbolo di una civiltà occidentale, sia pure in area si- riaca, che rappresenta un collegamento indiretto con l’Occidente di oggi. Sicuramente abbattere uno dei siti archeologici più importanti del Medio Oriente non significa colpire l’identità Seleucide di Palmira – sfido nell’Europa di oggi, su 450 milioni di abitanti, quanti pure alfabetizzati e scolarizzati siano in grado di identificare Palmira – ma ciò che essa rappresenta nella storia antica, e quindi nella storia orientale che poi ha prodotto la cultura greco-latina a cui apparteniamo. Un simbolo evidente e molto concreto. Qualche mese prima, il 15 aprile 2015, ricordiamo l’attacco all’Università keniota di Garissa, dove 150 ragazzi e ragazze sono rimasti trucidati in uno spazio di pochi minuti. Questo per dire che il simbolo dell’identità occidentale dall’esterno è identificato in due dimensioni molto semplici e chiaramente narrabili: la cultura intesa come patrimonio storico e monumentale, e la cultura intesa come patrimonio formativo, come trasmissione e alimentazione della conoscenza, che ha come sede fondamen- tale la scuola, l’università, i luoghi del sapere. Credo che di fronte all’attacco a questi due pilastri ci si debba porre un quesito. Lo farò non tanto da classicista e da studiosa – la tentazione sarebbe stata anche forte, soprattutto dopo quello che ho sentito stamattina – ma come membro del governo che ha una responsabilità specifica, quella della filiera della conoscenza. Il quesito che pongo è se oggi l’Occidente, la nostra società, sia così consapevole, così affezionata, legata all’identità che rappresentano questi due pilastri, queste due dimensioni: quella storico-culturale del patrimonio tangibile, e quella del patrimo- nio immateriale che è la trasmissione della conoscenza, la generazione continua del sapere. E dunque l’importanza che le generazioni che si succedono nel tempo pos- sano essere non solo testimoni e riproduttori, ma naturalmente innovatori. Se questo codice genetico, lo chiamerei così, che rappresenta l’identità della cultura occidentale sia effettivamente ancora un patrimonio che ci appartiene da dentro, del quale sentiamo la forza e, soprattutto, l’identificazione immediata. L’educazione all’arte e alla cultura: il ruolo delle istituzioni pubbliche e dei privati 78
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