Perugia2016 WORKSHOP Educazione all'arte e alla cultura
Ma l’istruzione non basta, perché è un insieme di attività che si fanno dalla scuola fino alla fine del percorso universitario – per coloro che poi accedono anche al grado superiore dell’istruzione in tutto il mondo – attraverso una dimensione che, dobbiamo ammetterlo, è finalizzata a scopi pratici. Imparare a leggere significa im- possessarsi di uno strumento come una lingua naturale, processo fondamentale, ma non significa automaticamente imparare quella dimensione che una lingua na- turale, un patrimonio letterario, oppure un patrimonio artistico possono produrre. C’è poi la dimensione educativa, che definirei come l’insieme di attività che oltre ai processi di apprendimento e di insegnamento, ovvero tutto il percorso dell’istru- zione che si fa nella scuola, costruisce e alimenta la sensibilità e la possibilità di ri- conoscere la propria identità, quella altrui, quindi di trovare una propria posizione nel mondo, un proprio punto di vista sul mondo. Si tratta di una considerazione banalmente antropologica, ma ha una rilevanza fondamentale per disegnare politiche educative che poi si devono tradurre, nel go- verno di una società avanzata, in strumenti che riguardano il percorso di appren- dimento nella scuola. La classe intellettuale italiana, politica e anche accademica, ha commesso due er- rori, o forse due forzature. È un parere molto personale, ma l’ho messo anche alla base delle riflessioni che hanno prodotto i principi a cui si ispira la “Buona scuola” e tutto ciò che abbiamo raccolto progressivamente per il mondo dell’università e della ricerca. La prima forzatura è il prevalere di una visione quantitativa rispetto alla visione qualitativa nel ripensare, modificare, correggere e sviluppare i processi di appren- dimento e di insegnamento, ovvero tutte quelle azioni che hanno inciso sull’evo- luzione della scuola. Faccio un esempio relativo a discipline a voi tutti molto care, la storia dell’arte e le materie artistiche. Sono state fatte due grandi operazioni: la prima, inizialmente e dichiaratamente con un segno meno, ha determinato una sottrazione di ore di insegnamento della storia dell’arte nelle scuole superiori, a partire dai bienni, per ragioni di ridimensionamento del corpo insegnante. Banalmente, una riduzione dei costi, che poi è andata ad incidere anche sulla costruzione del curriculum. L’educazione all’arte e alla cultura: il ruolo delle istituzioni pubbliche e dei privati 80
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