Perugia2016 WORKSHOP Educazione all'arte e alla cultura

Questo vantaggio competitivo deve diventare uno strumento di cui dobbiamo es- sere tutti più consapevoli come paese e deve tradursi in allocazione di risorse sui temi dell’arte e della cultura, considerate non come spese da tagliare o da margi- nalizzare, ma piuttosto come investimenti sui quali fare leva e affidamento. E non solo per salvaguardare il nostro patrimonio, ma per creare ancora occasioni di svi- luppo, di crescita e anche di promozione e di produzione di Pil. C’è, quindi, una dimensione di responsabilità, anche di opportunità, ma soprat- tutto di necessità in un momento in cui abbiamo bisogno davvero di creare occu- pazione sostenibile e sviluppo sostenibile. Vedere la cultura e l’arte come una grande occasione per promuovere un turismo più qualificato e di più alto valore aggiunto, ma anche una straordinaria opportunità di qualificazione dei grandi centri urbani, i quali hanno al proprio interno patrimoni artistici e monumentali spesso sottovalutati o degradati. Occorre vedere soprattutto la promozione della cultura e del nostro patrimonio come uno strumento che arricchisce in maniera significativa il valore intrinseco del made in Italy, molto spesso mortificato anche nel suo posizionamento di valore sui mercati internazionali. Nel momento in cui i consumatori di prodotti made in Italy visitano le nostre grandi città, da Venezia a Napoli, a Palermo – facendo salvi i pic- coli centri come questo, che fanno ancora l’Italia diversa da quella delle grandi città – e vedono lo stato di mortificazione nel quale le nostre strutture urbane ver- sano, immediatamente si declassa il valore del made in Italy, di tutti i prodotti, da quello tecnologico a quello del food o del fashion, perché non siamo in grado di salvaguardare e proteggere bene quello che altri, prima di noi, hanno fatto. Come possiamo pensare noi di promuovere, nella fascia più alta di valore, quello che stiamo facendo, quello che vorremmo fare? Vi sono molte dimensioni che si legano al tema della cultura, della valorizzazione del patrimonio artistico: l’aspetto economico, quello imprenditoriale, la creazione di occupazione e la creazione di ricchezza. Tutte dimensioni che renderebbero ne- cessario, anzi conveniente, immaginare che tutto quanto noi spendiamo in questo ambito non sia fine a se stesso, ma lo investiamo soprattutto per creare e produrre. 4. Interventi conclusivi 87

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