Perugia2016 WORKSHOP Educazione all'arte e alla cultura
Paese. Se non si ha la dimensione orizzontale del conoscere e del sapere, non si ha neanche la possibilità di governare la verticalizzazione della conoscenza scientifica, che diventa sempre più obsoleta ogni giorno che passa, laddove si riescono a com- prendere le integrazioni soltanto se si dispone di una visione allargata e capace di integrare i vari pezzi della cultura. Queste cose sono banali, ma come abbiamo fatto noi a perderle nella consapevo- lezza della classe dirigente del nostro Paese, come è stato possibile che queste cose diventassero proposte di legge, argomenti di dibattito, leggi senza che ci fosse una insurrezione dei ceti dirigenti del nostro Paese? Che fine abbiamo fatto? È da qui che dobbiamo partire, per costruire un atteggiamento e un modo di essere diverso del ceto dirigente italiano. È per questo che abbiamo messo al servizio di questo dibattito alcune testimonianze di quello che i Cavalieri del Lavoro stanno facendo non in maniera episodica, come testimonianza individuale, ma in maniera più strutturata attraverso fondazioni o attività istituzionalmente preposte allo sviluppo e alla promozione dell’insegna- mento, della cultura, dell’arte, della valorizzazione del patrimonio artistico. Noi abbiamo circa 500 Cavalieri del Lavoro associati, che rappresentano, secondo le stime, il 65% del prodotto interno lordo italiano; abbiamo tra i 150 e i 180 Cavalieri del Lavoro le cui fondazioni in maniera strutturata promuovono attività di supporto nel campo del sociale, o attività di sostegno e di promozione nel campo artistico-culturale. Stiamo cercando di mettere in rete queste due grandi iniziative, che si sommano poi alle tantissime cose che i Cavalieri del Lavoro e tanti altri fanno a titolo indi- viduale, non servendosi di fondazioni e organizzazioni. Vogliamo cercare di creare una condivisione delle pratiche migliori in questo campo, affinché ci aiutino a fare meglio, più rete e più sistema. Soprattutto vo- gliamo essere più esemplari nel dimostrare che il privato può svolgere un ruolo fondamentale a sostegno di un pubblico che apre le porte ad un privato, perché ci sia finalmente non una contrapposizione, ma una comunione in queste cose. 4. Interventi conclusivi 91
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