Non bisogna pensare che bisogna diventare un Hub per avere qualcosa in più, sono investimenti che hanno sicuramente una resa che si moltiplica. Poi il nordAfrica per noi diventa anche sviluppo, geopolitica, riduzione degli spostamenti, ci sono mille altre implicazioni, però l’energia non deve essere fatta con un abito che va su misura, ti deve stare largo, primo perché deve permettere all’industria di crescere, secondo perché deve soddisfare delle emergenze, come quella sanitaria. Ci vuole una logica completamente diversa, non bisogna fare i farmacisti né i ragionieri con i piccoli calcoli. L’energia deve essere in sovrabbondanza. La cosa vera è che quando diciamo di fare tassonomia, di fare il gas per due o tre anni e poi cambiare, il problema vero è che il gas non puoi farlo per due o tre anni perché devi recuperare gli investimenti. Insomma devi fare le cose in parallelo, come diceva Franco, devi guardare al presente, decarbonizzare e mettere tutto quello che potrà essere pulito da subito. Non abbiamo parlato di energia per trent’anni e ultimamente, quando c’era il Covid, tutti erano esperti di Covid e adesso sono tutti diventati esperti di energia. È chiaro che si crea un po’ di rumore di fondo. FEDERICO FUBINI Assolutamente. Parlando di connessioni da sud a nord e passando all’elettricità, voi avete una sfida importantissima perché, detto con una battuta, gran parte del Sole è a sud, gran parte del fotovoltaico sarà a sud e gran parte del consumo sarà a nord. L’aggettivo autorizzativi, è stato sollevato. Quanti sono i giga in attesa di autorizzazione? STEFANO ANTONIO DONNARUMMA Amministratore Delegato di Terna I gigawattora in questo momento con richieste di autorizzazione alla connessione sul nostro tavolo di Terna, sono circa 280. Considerate che il fabbisogno nazionale al 2030 è stimato intorno ai 70 quindi stiamo parlando di quattro volte tanto. Tecnologia e innovazione per una transizione energetica 80
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