cos’altro che dà continuità. Infatti c’è capacity payment per i cicli combinati, c’era per il carbone. Alla fine quindi queste due componenti, in un certo momento della giornata o per delle necessità proprio di continuità, si agganciano. Questo è il vero problema. È risolvibile, sicuramente sì. È un problema più politico ma anche un problema tecnico, normativo e soprattutto, proprio perché non c’è continuità operativa nella rinnovabile, deve essere agganciata a qualcosa che gli dà continuità. Ecco perché il prezzo si alza. Se si devono scorporare, bisognerebbe riuscire anche fisicamente a dare una maggiore continuità, considerando le batterie, la componente che costa meno e che è quella rinnovabile. STEFANO ANTONIO DONNARUMMA Mi sento in linea assolutamente con quello che ha detto Descalzi, poi per la natura di Terna, che è il gestore indipendente della rete elettrica che non si occupa di mercato, preferisco non entrare in argomento perché non voglio influenzare l’opinione su questo. Colgo però questo minuto che ho a disposizione per riprendere la battuta prima di Francesco Starace che condivido dal punto di vista dell’impostazione e dire che, non a caso sulle infrastrutture bisogna fare grandissimi investimenti. Considerate che Terna effettuerà quasi 20 miliardi di euro di investimenti in questi dieci anni e che ci sono progetti di connessione importantissimi, come quello tra Campania, Sicilia e Sardegna, si potrà ottenere la decarbonizzazione della Sardegna e che comunque abiliteranno assolutamente l’implementazione e l’allaccio delle rinnovabili. È vero quello che dice Starace che c’è una forte diffusione di interventi di mediopiccoli operatori, ma, nei termini dei numeri che servono, arriveranno gli impianti utility scale che noi abbiamo in richiesta di approvazione e che sono per molti gigawatt. Fondamentalmente consideriamo che già la rete nazionale, i prossimi 30 gigawatt Tecnologia e innovazione per una transizione energetica 88
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