I prezzi sono quindi già separati dai costi. Se c’è quindi oggi un problema sul fatto di dire: come è possibile che l’energia, che ha un costo marginale nullo, venga venduta a 400 euro? Era lo stesso quando veniva venduta a 60 euro. È uguale il problema. Lo scandalo sono i 400 euro, il problema è questo indice che è impazzito, non è la separazione. La vera novità ci sarebbe se l’Europa si dotasse di un mercato che il resto del mondo ha e che in Europa non c’è e che è un mercato a lungo termine. Perché un’azienda non può comprare l’energia per i prossimi dieci anni, quindici o venti anni? Quello è il problema, perché se ci fosse, come c’è nel resto del mondo, quello sarebbe il mercato delle rinnovabili. Perché qual è l’energia che ha una coscienza del proprio costo nei prossimi dieci, quindici o venti anni? Certo non l’energia prodotta con il gas che non sa neanche il prezzo di domani. Quello sarebbe il mercato su cui gran parte delle aziende potrebbe appoggiare metà, un terzo o tutti i propri consumi per essere tranquille che per i prossimi dieci, quindici o venti anni, se non è Putin o un altro dittatore di qualche altra parte, un po’ della sua energia è al sicuro. Quello sarebbe il posto dove le rinnovabili troverebbero e trovano altrove nel mondo, la loro naturale connotazione al punto di vista del prezzo. La separazione non è nel lavoro di ritagliare e giocare con il processo del mercato del giorno prima che serve solo a non fare casino con gli impianti da chiamare in corso, è far nascere anche in Europa un mercato a lungo termine che oggi è un handicap competitivo del sistema industriale europeo. STEFANO VENIER È un tema fuori dal mio ambito di attività. Mi soffermo solo due considerazioni. FEDERICO FUBINI Però prima eri attivo in una società di servizi energetici. STEFANO VENIER Fino a tre-quattro mesi fa mi occupavo esattamente di queste cose quindi qualcosa posso commentarla rispetto a quello che dice Francesco. Tecnologia e innovazione per una transizione energetica 90
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