quindi la raccolta dell’umido, e oggi abbiamo in Italia un’infrastruttura di raccolta del rifiuto organico, che può essere migliore, ma che è sicuramente quella più avanzata d’Europa. Raccogliamo la maggiore quantità di rifiuto organico, il 47% del rifiuto alimentare contro il 16% medio dell’Europa, e questi sono dati molto interessanti perché nel 2023, tutta l’Europa dovrà togliere l’organico dalle discariche. Il che significa che il modello Italia potrebbe essere portato verso l’esterno in maniera molto significativa. In più c’è tutto l’aspetto della connessione con il mondo agricolo. Si è parlato prima dell’importanza del mondo agricolo sia nel problema della CO2 ma anche nella capacità di decarbonizzare perché all’interno dei 30 centimetri del suolo c’è tanto carbonio, due volte e mezzo superiore a quello presente nell’atmosfera. È evidente quindi che gestire il carbonio organico nel suolo ha un effetto estremamente importante. Si è allora aperto un discorso con il mondo agricolo e, partendo dal rifiuto organico e dalle filiere integrate della chimica verde, siamo riusciti a creare un dialogo molto importante. Cosa abbiamo fatto a reindustrializzazione a partire da uno shopper? Ovviamente oggi è molto più ampia la gamma, ma abbiamo reindustrializzato 5 siti italiani mettendo le nostre tecnologie innovative per costruire degli impianti primi nel mondo. Ed oggi lo shopper, che dieci anni fa era stato fatto con una singola tecnologia con un impatto ambientale elevato, è fatto con la quarta generazione, cioè mette insieme quattro tecnologie diverse. Questo ha ridotto il contenuto di carbonio fossile e stiamo andando verso prodotti praticamente totalmente rinnovabili. Grazie a questo mercato si sono generati nuovi impianti: un impianto primo al mondo nel campo del biobutandiolo, un impianto in Veneto che fa biobutandiolo da zuccheri, mentre in realtà questo chemical nel mondo è fatto da petrolio, e la riduzione di impatto in termini di CO2 è di circa il 65%. Facendo il biobutandiolo abbiamo imparato a farci il biometano dagli scarti dei microorganismi esausti con cui facciamo il biobutandiolo. Abbiamo creato quindi il nostro biometano, abbiamo fatto delle cogenerazioni. 97 5. L’impresa e la sfida dell’innovazione per la transizione energetica
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