Torino2018 CONVEGNO NAZIONALE La rivoluzione digitale

investitori finanziari a livello mondiale, non di chi opera in Borsa e di chi investe sui mercati azionari, ma di chi come noi investe in pezzi di competizione e in aziende che restano sul territorio? Qual è il costo se noi in fasi come queste non siamo in grado di attrarre investimenti nostri o di altri Paesi, e che non siano in- vestimenti nell’acquisto di marchi o di quote di aziende che già esistono? Perché è vero che dobbiamo essere aperti, e noi lo abbiamo sempre sostenuto, alla crescita e allo sviluppo e all’integrazione internazionale, però attenzione! Noi continuiamo a essere un Paese nel quale gli investimenti esteri che arrivano in Italia non sono per la creazione di nuova base occupazionale, di nuove imprese, di nuovi asset in- dustriali, sono piuttosto nella logica di consolidamento di aziende esistenti, con- solidamento di mercati, conquista di marchi, cosa ben diversa, che mette chiaramente in evidenza come la partita per rendere competitivo il Paese, al di là di quella che è la qualità delle imprese, è la partita di questo Paese. Ed è su questo che noi siamo in ritardo. Allora questa manovra, nel momento in cui contiene queste contraddizioni, è la negazione assoluta della strada maestra che noi dob- biamo saper percorrere: cioè investire per far crescere il Prodotto interno lordo del Paese, saper reinvestire nuovamente su noi stessi, peraltro in un Paese a grave ri- schio idrogeologico, con un ambiente importante e un patrimonio artistico cul- turale che è il più grosso e il più importante del mondo, che noi non sappiamo tutelare e proteggere in maniera adeguata, un Paese che avrebbe da investire su se stesso in maniera strutturale e radicale, facendo non politiche neokeynesiane giusto per, ma facendo politiche di espansione e di crescita perché e necessario, perché è importante e perché ci fanno crescere davvero nella direzione giusta. Questo non si legge in questa manovra. Anzi, qualcheduno ha detto: «Le parole sono come veleno», chi l’ha detto? Sempre il famigerato Bianchi. Le parole sono come il veleno. E allora devo dire che a me è venuto un brivido quando qualche giorno fa ho letto il Ministro Di Maio definire Renzi assassino politico, parlando del Jobs Act. E mi è venuto un brivido particolarmente forte perché nel 2002, proprio a Torino, al Lingotto, organizzammo come Confindustria uno dei più importanti convegni degli ultimi tempi, mettendo a confronto tutti i Ministri del Lavoro d’Europa, dei principali Paesi europei, i Sindacati dei diversi Paesi europei e i rappresentanti 6. Intervento conclusivo 107

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