Torino2018 CONVEGNO NAZIONALE La rivoluzione digitale

Sì, l’Italia può recuperare. Nonostante oggi i numeri dicano che il nostro Paese ha fatto meno di altri credo sia pienamente capace di colmare il ritardo nella digita- lizzazione, investendo su imprenditorialità ed educazione. La manifattura è nata in Inghilterra e oggi- ormai da tanti anni- siamo il secondo Paese manifatturiero in Europa; ma dobbiamo restarlo. Quindi l’impegno collettivo necessario, secondo me, è straordinario. Ci sono aspetti psicologici di resistenza, è difficile accettare il nuovo; ci sono aspetti etico-morali. Ma vorrei invece sottolineare che stiamo en- trando in un’epoca migliore, non in un’epoca peggiore. I cambiamenti, soprattutto se forti come questi, creano apprensioni, è naturale, è la resistenza al nuovo ma qui ci si avvantaggia tutti. La nostra ansia di imprenditori dovrebbe essere ben maggiore in un mondo privo di cambiamenti e opportunità. In questa realtà, invece, ne esistono infinite. E hanno caratteristiche molto positive: sono opportunità diffuse quanto mai prima d’ora, nel mondo e nella società, c’è una enorme apertura alle nuove idee, parliamo infatti di open innovation, intel- ligenza diffusa, decentralizzazione, c’è spazio per il talento a livello globale, mai stato così facile accedere al talento dalla parte opposta del mondo e valorizzarlo. C’è anche etica, ci sono dei valori: la maggior parte dei giovani che lavorano su questi progetti ha voglia di migliorare il mondo, un’azienda, un servizio alla clien- tela….e un mondo con servizi e prodotti più vicini alle nostre esigenze, con minori costi, tempi di risposta ridotti è per forza un mondo migliore! Il 10% dei laureati americani è poi freelance, non vuole più lavorare sotto padrone o sotto impresa, vuole lavorare libero, per dare aiuto a tutti e restare flessibile. Lo chiede lui, non è il mercato del lavoro o le aziende ad imporlo. C’è un affermarsi della società aperta, anche con l’open innovation, una realtà che va ben oltre le frontiere nazionali e anzi fa sembrare anacronistiche certe chiusure guidate dalla paura del cambiamento. Certo, c’è il vincolo degli investimenti da farsi, ma serve investire per crescere, se no si è spazzati via. In alcuni casi c’è il vincolo importante della capacità di applicarsi dello studioso, di capire e dialogare. La formazione è alla base di tutto, il cambiamento oggi ri- La rivoluzione digitale 36

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