Torino2018 CONVEGNO NAZIONALE La rivoluzione digitale

G IANFRANCO C ARBONATO Innanzitutto sono onorato di rappresentare l’industria e le imprese in questo con- vegno. Io non sono un ricercatore né uno studioso del fenomeno dell’intelligenza artificiale, sono un manager, un imprenditore e, in qualche modo, mi considero un viaggiatore. Un viaggiatore che si è laureato ai tempi della terza rivoluzione in- dustriale, progettando computer, che tra l’altro, già allora, dovevano essere pro- grammati per il riconoscimento vocale. Quindi si può dire che ho vissuto questi quarant’anni di “tsunami”, perché questa onda - come diceva Gian Maria Gros- Pietro - è un’onda cominciata quarant’anni fa, non è un fatto soltanto delle ultime settimane. E quest’onda è andata amplificandosi, non si tratta di un’onda lineare, non è uno tsunami che si propaga fine a se stesso sull’oceano. Ora, io vorrei cominciare da un tema etimologico. Come è stato detto, questa 4.0 nasce, come definizione, in Germania nel 2011 e il primo nome è quello di “Fabbrica 4.0”. Poi Fabbrica 4.0 è stato considerato ri- duttivo come termine e allora è stato cambiato in “Industria 4.0”, che compren- deva una tipologia di attività imprenditoriali più ampia rispetto alla Fabbrica. Da Industria 4.0 adesso parliamo di “Impresa 4.0”, perché le banche, per esempio, non sono un’industria classica, sono un’impresa. E adesso, secondo me, dobbiamo parlare di “Società 4.0”, perché stiamo vivendo una vera e propria rivoluzione della nostra società. Per riallacciarmi ora a quello che è stato detto sul riconoscimento vocale, vorrei citare un piccolo aneddoto. Io viaggio in Cina da trent’anni e mi piace, le rare volte in cui ho l’opportunità di passare una domenica lì, girare per i mercatini e comprare qualche fake antiques, oppure qualche vecchio ricordo del periodo di Mao; quando si negozia l’acquisto di un gadget in Cina, è noto come si fa: uno chiede quanto costa, il venditore dice «Mille» e l’acquirente «Cento», e così poi si va a fare la negoziazione. Questo fino alla fine degli anni Novanta avveniva con l’utilizzo dell’abaco, che ogni negoziante cinese aveva. Poi di colpo sono arrivate le calcolatrici. Le calcolatrici dei negozianti cinesi sono del tutto particolari, perché non sono piccoline come quelle che mettevamo noi in tasca, hanno un grosso di- splay, con dei grandi tasti. Perché parlo della calcolatrice? Perché, tra l’altro, a par- 4. Scenario tecnologico: la vera intelligenza artificiale cambierà tutto 53

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