Torino2018 CONVEGNO NAZIONALE La rivoluzione digitale

Settanta c’è stato un solo episodio di aumento della produttiva negli Stati Uniti. E si è verificato nella metà degli anni Novanta, quando si parlava della grande mo- derazione, del fatto che era stata trovata la soluzione ai problemi dell’economia. Ma non era così, e la produttività ha continuato ad abbassarsi. Questo significa che non c’è più un motore della tecnologia. Volevo fare una puntualizzazione, che sembra semantica ma non lo è: questa pun- tualizzazione è che ai tempi di Solow, quell’economista Premio Nobel che ha in- ventato la teoria della crescita, si parlava di progresso tecnico, di progresso tecnologico, adesso parliamo non di progresso, la parola “progresso” è sparita. Dunque quello che dice Gordon è che se la parola è sparita è perché non c’è pro- gresso. E si vede nelle statistiche. Dunque significa che più o meno la produzione sarà in una situazione di stagnazione al livello attuale durante i secoli a venire. Ma aggiunge un argomento che è forte, che dico per obiettività, che è: «Ma non vorrete farmi credere che la rivoluzione delle nuove tecnologie ha avuto lo stesso effetto sulla produttività dell’acqua corrente nelle case o della lavatrice che ha restituito tempo alle donne e degli antibiotici che hanno aumentato la speranza di vita in un modo tremendo!». Bisogna sapere che la speranza di vita è aumentata soprat- tutto nella prima metà del XX Secolo, non dopo, nei paesi ricchi. E dunque c’è un problema. Ma io non credo a questa tesi della stagnazione seco- lare, perché non credo che gli uomini siano così stupidi da preparare un mondo dove non hanno più un posto. Come si fa a continuare a vivere in questo mondo? Allora che ha fatto la storia? È quella di un progresso di lungo periodo ma che non possiamo valutare perché questa rivoluzione ha inizio dagli anni Trenta, da quello che si chiamava “la Macchina di Turing”. E Turing è il simbolo di Apple, perché si è ucciso mangiando una mela avvelenata. E tutta questa rivoluzione viene dalla “Machine di Turing”. E Turing rispondeva a una questione di matematica fondamentale, perché in quell’epoca le matematiche erano prese veramente molto più sul serio di oggi, forse perché erano meno utilizzate. Dunque c’erano dei con- vegni dappertutto, e il problema era quello di sapere se era possibile avere una me- talingua di matematica, con la geometria, l’algebra eccetera. E Turing rispose no, e la prova era proprio la “Macchina di Turing”. 5. Scenario di policy: una sfida per l’Italia 75

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