Torino2018 CONVEGNO NAZIONALE La rivoluzione digitale
Ma vediamo che per questa evoluzione impieghiamo molto tempo a cogliere i frutti delle rivoluzioni tecnologiche. Adesso è troppo presto per dire se la rivolu- zione 4.0 avrà un effetto forte sulla produttività o no. Ma non vedo perché non si dovrebbe avere un effetto forte sulla produttività, una tecnologia generica significa una tecnologia che si applica a tutte le attività. Ma sappiamo anche che abbiamo un grande problema davanti a noi, il capitale umano, che dobbiamo sviluppare in modo intelligente. Dunque è paradossale dirlo, perché lo dico? Cosa fanno gli italiani? Cosa fanno i francesi? Producono capitale umano a un livello molto alto e lo regalano ai paesi esteri. Tutti gli studenti ben formati vanno in America, in Inghilterra o altrove dove sono talmente meglio pagati che non c’è paragone, non c’è ragione di restare, e soprattutto non c’è possibilità di trovare occupazione nei paesi d’origine. Dunque non solo non investiamo nel capitale umano, ma facciamo un investimento negativo! Negativo. E allora non c’è più un problema per la teoria della crescita. Se la crescita non è forte, se è molle, se è anche una stagnazione, è perché l’investimento che facciamo è negativo, e dunque come dipende dal capitale reale e dal capitale umano, se il capitale umano decresce la crescita sparisce. E come decresce il capitale umano? Il capitale umano decresce – l’Europa è specialista nella decrescita del capitale umano – nel modo in cui noi facciamo le politiche attuali. Per esempio le politiche di au- sterità generalizzata, che fanno aumentare la disoccupazione. La disoccupazione è una perdita di capitale umano, per due ragioni: perché si perde l’abitudine al lavoro e, secondo, perché le persone non sono più formate nell’impresa, non imparano più dalla formazione interna all’impresa che ha un effetto molto importante sulla produttività. Questo non esiste più. A ciò si aggiunga che una simile situazione crea una forte insicurezza economica, e la sicurezza economica è l’elemento determinante per il benessere. Dunque se abbiamo una popolazione in via di decrescita di benessere, in via di decrescita di capitale umano, in via di decrescita di capitale sociale, perché quando non si lavora non ci si integra nella società, allora capiamo che sta perdendo degli elementi molto importanti del suo capitale. È questo il problema, perché tra le variabili economiche ci sono quelle che misuriamo e quelle che non misuriamo. Quelle che misuriamo sono il Pil, la contabilità nazionale. Ho avuto un dibattito con Mi- chel Serres, che è un filosofo francese, lui diceva: «Basta di dire che prima era me- La rivoluzione digitale 76
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