Torino2018 CONVEGNO NAZIONALE La rivoluzione digitale

Allora, quello che voglio dire è: cominciamo a basare la nostra ambizione, che io credo possa e debba essere alta, sul dire «Noi vogliamo andare in serie A, vogliamo tornare in serie A e vogliamo essere come quelli che sono in serie A». Io è da quattro anni che cerco di convincere politici, soprattutto in Italia ma anche in Germania, a dire: «Prendiamo un pezzo di autostrada e rendiamolo il primo pezzo di autostrada che di notte fa andare i camion driverless. Facciamo uno spazio di sperimentazione». Dobbiamo cominciare a dirci che non siamo al meglio come sistema. Perché se no continuiamo a parlare e a sentirci dire: vogliamo fare l’innovazione, la sperimentazione, il blockchain. Ma io dico: comincia a rendere obbligatorio per la Pubblica Amministrazione transare in maniera digitale con tutti i privati e con tutte le imprese. Questo avrà un effetto enorme perché ovviamente obbliga tutti. Il discorso del cash, scusate, io trovo agghiacciante che non questo Governo ma anche il precedente abbiano alzato i limiti del contante. Una maniera per forzare i cittadini e le imprese a digitalizzarsi è quella di dire: «Noi andiamo alla moneta digitale, completamente». Questo obbliga ad avere rapporti digitali, obbliga a creare interazione digitale, obbliga a rendere tutto molto più connesso. Quindi io credo che nell’ambizione che dobbiamo metterci dobbiamo essere più demanding nei confronti del sistema. Poi, le imprese. Imprese: io sono ottimista come lei. L’impresa italiana, per la ca- ratteristica tipica della digitalizzazione – qui era un discorso che ho fatto un po’ di tempo fa al Corriere – è perfetta, perché alla fine che cosa permette? Uno: noi ci digitalizziamo, possiamo esportare molto di più, possiamo andare nel mondo, in posti dove prima non potevamo andare, a un costo accettabile; quindi, tutto quello che è l’internet of things, tutto quello che è seguire i prodotti e seguire i processi a distanza, sarà fra tre anni, quattro anni, possibile. Secondo: marketing e distribuzione, noi siamo il regno del brand, il regno del Made in Italy; si può adesso, a costi assolutamente accettabili, avere una differen- ziazione di marchio altissima, gestita da tre ragazzi intelligenti e preparati, che sap- piano farlo. E poi ovviamente ridurre i costi, automazione e processi industriali, io di quello sono meno un esperto, però chiaramente si può. La rivoluzione digitale 82

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