Torino2018 CONVEGNO NAZIONALE La rivoluzione digitale

lare”, e lo fanno chiamandoti via Skype, non è soltanto una cosa meccanica così. È un qualcosa che tenderà a diffondersi, così come si deve diffondere l’istruzione degli adulti, una istruzione periodica da richiamare perché altrimenti il capitale iniziale di nozioni di questi adulti diventerà vecchio in modo molto rapido e l’espe- rienza non sarà sufficiente a rinnovarlo in un contesto di veloci cambiamenti. Quindi da un lato abbiamo questo scenario, dall’altro è inutile che si dicano tante parole, ci deve essere più mobilità del lavoro, proprio perché le cose cambiano e le iniziative durano meno. Allora bisogna avere una flessibilità assistita. Abbiamo cioè due categorie da formare: i nuovi insegnanti con le nuove tecnologie e i nuovi, vogliamo dire, Uffici del Lavoro? Dove molte volte il disoccupato va e dice: «C’è qualcosa?», «Eh… non c’è niente», perché sono funzionari presi da un altro ufficio e messi lì senza competenze, difficile che ci sia un dialogo con le imprese. E invece è quello che serve. C’è una regione d’Italia dove questo succede bene ed è il Tren- tino Alto Adige. Quasi bene, forse, con qualche spunto di tentativi in Piemonte e in Lombardia, e poi gli altri a macchia di leopardo; vedo che a sud di Roma pro- prio non ci siamo, anche perché le occasioni di lavoro sono meno. Allora io penso che si debbano seguire queste linee, andare in questa direzione e cercare quindi di venir fuori da questa situazione. Come tutte le rivoluzioni indu- striali ci sono segni positivi e negativi, se vogliamo riprendere la mano, controllare la rivoluzione che non ci travolga, dobbiamo andare in queste direzioni. L UCIANO F ONTANA Certo, mi interessano due punti in particolare di questi che abbiamo messo a fuoco, che sono poi decisivi per il Paese. Il primo punto è nella velocità delle trasformazioni. Ci sentiamo continuamente in ritardo, chiudere il gap tra l’innovazione e quanto noi riusciamo a starle dietro è un problema serio che volevo porre come spunto a tutti e tre i relatori. Anche perché, diciamo la verità, chi di voi, soprattutto che ha suppergiù la mia età, non vive tutto ciò con un senso spesso di inadeguatezza e anche di disagio psicologico? Io per esempio ho un figlio che è un ingegnere robotico, francamente il dialogo tra me e lui è una cosa quasi impossibile dal punto di vista del rapporto e delle La rivoluzione digitale 86

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