Torino2018 CONVEGNO NAZIONALE La rivoluzione digitale

aspettative reciproche. Quindi un punto serio che riguarda la formazione, l’istru- zione, le competenze; il secondo punto, e magari facciamo un giro rapido, è come si accompagnano le trasformazioni del lavoro. Ha usato una bella definizione: “flessibilità assistita”. In questo momento noi ragioniamo molto di assistenza e molto poco di flessibilità. Insomma, questi due punti, visto che stiamo provando a dare qualche indicazione, qualche suggerimento, consiglio, ipotesi, per quello che si può fare in Italia. I due punti, professor Bianchi. P ATRIZIO B IANCHI Ogni tanto incontro della gente che dice: «Il mio vero problema è che non trovo ingegneri», perché è vero che vi sono disoccupati in questo Paese ma quasi tutte le imprese che stanno crescendo in questo momento domandano più ingegneri o più personale di alta qualificazione. Questo rischia di essere il vero collo di bottiglia in cui oggi ci troviamo. Io rispondo sempre: «Guarda che per fare un ingegnere ci vogliono cinque anni, quindi i tempi della scuola e i cicli dell’impresa non coincidono più». Qui ha ragione Deaglio, cioè dobbiamo anche immaginare delle tipologie di for- mazione diverse, delle tipologie ad esempio di retraining del nostro personale in maniera continua e delle tipologie che tengano conto di cosa fa l’impresa. Perché un conto è se tu ti muovi sulla fascia alta della produzione, siano beni di consumo, siano macchine, e quindi in un qualche modo ti puoi permettere come impresa di diventare un luogo della formazione, allora in questo caso puoi anche avere degli elementi di incrocio fra sistemi universitari ma anche sistemi di formazione superiore. Tu prima hai citato il caso dell’ITS su cui mi piacerebbe una volta fa- cessimo una riflessione attenta; e dall’altra parte sistemi di impresa, che però si in- crociano, perché per quanto un’università possa essere sulla frontiera della conoscenza, non lo è come quell’impresa specializzata che è leader mondiale. Noi stiamo facendo diverse sperimentazioni su questo, e l’abbiamo fatto non a caso con le imprese leader, cioè con la Lamborghini, con la Ducati, l’abbiamo 5. Scenario di policy: una sfida per l’Italia 87

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