Torino2018 CONVEGNO NAZIONALE La rivoluzione digitale

Quel problema c’è, ed è il problema da affrontare. E qui, di nuovo, io sono otti- mista sempre sul lungo periodo, però dico: ci avviamo a una fase di transizione in cui anche se si crede, e qui possiamo avere idee diverse, ma anche se si crede che alla fine non ci sarà una distruzione netta di lavori, nella transizione ci sarà distru- zione su alcune persone e creazione su altre, e tra alcuni Paesi e altri Paesi. E tra l’altro noi aspettiamo a vedere cosa succede nei Paesi emergenti; di nuovo, l’azienda che fino a stasera guido ha continuato a far crescere service center, offshore e cose così fino adesso, però il mio successore ha già annunciato che adesso, con l’intro- duzione della robotica, con l’introduzione dell’automazione, noi cominceremo a ridurre anche nei Paesi emergenti. I Paesi emergenti si stanno preparando a una grande fase di difficoltà, perché tutto l’arbitraggio di costo del lavoro sta finendo, noi stiamo tutti rensourceando e tutti riportando in Europa. Quindi il problema c’è nel breve, io non sono un accademico e non mi interessa sapere se fra trent’anni poi tutto andrà bene, dobbiamo arrivarci a trent’anni, e dobbiamo arrivarci con coesione sociale. Io credo che, tornando al tema, la risposta vera è: dobbiamo chiedere flessibilità, per forza dobbiamo chiedere flessibilità perché le nostre aziende ne hanno bisogno, ma dobbiamo dare in cambio una formazione molto diversa da quella che abbiamo fatto e francamente anche molto più seria, se posso dire la verità. Allora, in Inghil- terra ci hanno messo una tassa sul costo del lavoro, che però io onestamente rico- nosco: ha fatto bene. Perché ha fatto bene? Perché abbiamo questa tassa sul costo del lavoro, che però possiamo riprendere indietro se mandiamo gente a studiare. Allora ieri c’era la grande festa finale perché io andavo via e stringevo la mano alla gente e dicevo: «Tu cosa fai?», dice: «Io sono all’Università», dico: «Come, sei al- l’Università?!», «Sì, perché voi mi pagate l’Università». Come gliela paghiamo? Gliela paghiamo coi soldi della tassa. E mi sono domandato ieri sera in aereo pre- parandomi per venire qua: «Ma noi avremmo pagato l’Università a questa gente se non ci fosse stata la tassa da recuperare?». Forse no, forse avremmo semplice- mente assunto gente che cerca. Invece adesso stiamo reinvestendo. Stiamo rimettendo in competenze. Allora per- ché questo è buono? Perché poi questi torneranno a lavorare, tutta la grande tra- La rivoluzione digitale 90

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