Vaticano2015 La buona impresa

Senza equità sociale, dall’altro lato, non possono sussistere le condizioni minime di contesto di pace, di democrazia, di regole condivise perché possa svolgersi la li- bera iniziativa economica e l’attività imprenditoriale. È nostro desiderio poter testimoniare che nonostante i pregiudizi e le semplifica- zioni che talvolta identificano l’impresa con l’arricchimento illecito, lo sfrutta- mento e la speculazione, si può essere buoni imprenditori. Saper distinguere tra la buona e la cattiva impresa è essenziale, così come sapere distinguere tra il bene e il male, tra il giusto e l’ingiusto. Solo così si diffondono quei valori e quegli esempi positivi grazie ai quali si possono incoraggiare le giovani generazioni a intraprendere quel cammino difficile verso le attività di rischio e di libera iniziativa che rappresentano, se virtuosamente svolte, il motore dello sviluppo e della pace presente e futura. Per questo la ringraziamo, Santo Padre, per la Sua recente Enciclica dedicata alla “Cura della casa comune”, il primo e più profondo significato dell’economia. Condividiamo pienamente la necessità di costruire leadership responsabili, che indichino strade adeguate alle necessità delle generazioni attuali e di quelle future. Per questo riteniamo che la politica debba sapersi affrancare dal condizionamento degli interessi forti e al tempo stesso non piegarsi all’inseguimento del consenso fa- cile così da saper affrontare le grandi sfide che l’umanità e il mondo hanno davanti. La ringraziamo per tutti gli inviti, i suggerimenti e gli ammonimenti che Ella ri- volge agli imprenditori, affinché non smarriscano il loro ruolo profondo nel con- tribuire a creare un mondo non solo più ricco di beni materiali, ma anche più libero e giusto. 1. Incontro con Papa Francesco 9

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