Vaticano2015 La buona impresa

successi devono essere condivisi. La consapevolezza di questo legame inscindibile pone oggi tre grandi sfide, che corrispondono ad altrettante responsabilità. La prima è evidentemente quella del rapporto fra ricchezza e povertà, riassunta nel dovere di affermare e promuovere il principio fondamentale dell’equità. Non c’è equità quando la crescita economica va a vantaggio solo di alcuni e approfondisce le disuguaglianze, sia a livello nazionale che globale, anziché contribuire a garantire a tutti la possibilità di far fiorire i propri talenti e coltivare le proprie aspirazioni. Due sono gli errori dai quali guardarsi. Da una parte, quello di chi guarda con pregiudiziale ostilità all’attività economica e al lavoro degli imprenditori, dimenticando che le risorse generate da una attività sana e sostenibile sono la necessaria premessa per allargare verso le periferie del mondo la disponibilità di mezzi, infrastrutture, tutele dei diritti umani essenziali, a partire dall’istruzione e dall’assistenza sanitaria, “obiettivi del millennio” ancora lontani dall’essere raggiunti. Ugualmente miope, dall’altra parte, è l’atteggiamento di coloro che pensano al- l’equità semplicemente nei termini di uno “sgocciolamento” di benefici dall’alto verso il basso o comunque di iniziative caritatevoli che possono alleviare i sintomi dell’emarginazione e della povertà e sono dunque sempre benvenute, ma non in- tervengono sulle cause. Il nostro impegno di imprenditori deve essere oggi quello di contribuire ad una nuova idea di solidarietà, globale come globali sono i mercati nei quali operiamo. Noi, Cavalieri del Lavoro, ci sentiamo protagonisti di uno sviluppo imprendito- riale responsabile, attento alle ragioni dell’equità, della solidarietà sociale e della sostenibilità ambientale. Il pilastro portante di questa nuova idea di solidarietà è un equilibrio dinamico e per questo fecondo fra la creazione di ricchezza e la sua distribuzione. Occorre ga- rantire a tutti la possibilità di partecipare alla prima in condizioni di uguaglianza di opportunità. Occorre non escludere nessuno dal perimetro dell’equità che mi- sura la capacità degli Stati e della comunità internazionale di “costruire” giustizia attraverso la seconda. La Buona Impresa. Le sfide della globalizzazione e la sostenibilità sociale 14

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