Vaticano2015 La buona impresa

vero nel momento in cui a confrontarsi non sono solo gli interessi economici e materiali, ma anche i sistemi di valore, le fedi, le grandi narrazioni collettive nelle quali i popoli riconoscono e difendono le radici della loro identità. Il tempo nel quale viviamo richiede da questo punto di vista un supplemento forte di respon- sabilità. E lo richiede, in particolare e in modo esemplare, il nostro Mediterraneo. Le rotte che lo attraversano possono continuare ad essere in troppi casi le rotte della disperazione e della morte o diventare lo strumento di una collaborazione che, aiutando tutti a riprendere la strada dello sviluppo nella giustizia, può ridurre e infine prosciugare le paludi del disagio che alimenta la diffidenza e, purtroppo, il conflitto. Non è evidentemente un percorso facile e non si possono aprire varchi al terrorismo che usa la violenza per dividere le persone e i popoli. E tuttavia è un percorso obbligato, nel quale è fondamentale coinvolgere i giovani e farli incon- trare, perché, appunto incontrandosi, imparino a cercare i frutti che si possono produrre solo lavorando insieme. E che possono poi essere goduti da tutti. L’equità, la sostenibilità, il dialogo delle differenze per far crescere lo sviluppo in- sieme alla pace. Sono queste le linee-guida lungo le quali i Cavalieri del Lavoro intendono svilup- pare i programmi e le attività culturali del 2015 e del 2016, preoccupati per il ruolo dello sviluppo economico e le sue modalità di perseguimento in un sistema globale, che proprio per questo ha bisogno di regole e soprattutto di un atteggia- mento orientati a valori condivisi e generatori di inclusione. Il rapporto fra ricchezza e povertà è in questa prospettiva il punto d’incrocio e di verifica di tutte le strategie che puntano a mettere al centro il problema delle cre- scenti disuguaglianze e di un sano sviluppo economico. Questo sviluppo, dunque, è lo strumento insostituibile per affrontare i problemi fondamentali della giustizia. Su questi temi ciascuno di noi, tutti noi, dobbiamo essere impegnati a compiere, fino in fondo, il nostro dovere, giorno dopo giorno, senza fare o chiedere sconti. Solo così, esercitando l’etica della responsabilità individuale, avremo un Paese col- lettivamente più responsabile e in grado di affrontare le importanti sfide che ab- biamo di fronte. La Buona Impresa. Le sfide della globalizzazione e la sostenibilità sociale 16

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