Vaticano2015 La buona impresa

volgere i cittadini, valorizzare i lavoratori, già oggi ha una marcia in più. Come dimostrano i numeri della ricerca “Coesione è Competizione” di Fondazione Sym- bola, Consorzio Aaster e Unioncamere, secondo cui le imprese “coesive” hanno registrato nel 2013 aumenti del fatturato nel 39% dei casi contro il 31% delle altre imprese. Quando l’Italia fa l’Italia e punta sulle sue migliori energie, quando usa le nuove tecnologie per rilanciare il saper fare diffuso e le tradizioni produttive d’eccellenza, quando investe su qualità, ricerca e coesione sociale, allora ce la fa. La nuova direttiva europea può, dunque, aiutare le imprese più grandi, ma anche tutto il sistema, a scoprire la maniera più corretta di produrre il made in Italy, che è quella che dà forza all’Italia. E su questo ci sono molte iniziative interessanti, come quella della Biblioteca del Bilancio sociale lanciata a Milano, che tende a met- tere a disposizione di tutti i bilanci finora attuati semplificandone la consultazione. • Quali sono gli aspetti su cui intendete puntare di più: tutela dell’ambiente, cura dei dipendenti, relazione con i fornitori e i clienti, rapporti con il territorio? Ambiente, capitale umano, rispetto dei diritti, sostenibilità, contrasto dell’illegalità e trasparenza sono tutti aspetti presi in considerazione della direttiva. Personal- mente ritengo molto importante anche il rapporto con il territorio e la comunità in cui opera l’impresa. • Lei è anche presidente della Fondazione Symbola per le qualità italiane: come può la cultura della sostenibilità aumentare la qualità complessiva del sistema economico? Lo spazio dell’Italia nel mondo è legato alla qualità. Non possiamo competere con i paesi emergenti puntando sui bassi prezzi, sui bassi diritti e sul dumping sociale e ambientale. Al contrario l’Italia è forte e competitiva se scommette sui propri talenti, sulla forza dei territori, su ciò che la rende unica: bellezza, cultura, qualità, innovazione, green economy. Lo confermano i dati del “Rapporto GreenItaly” della Fondazione Symbola e di Unioncamere. Un’impresa su cinque (il 22%) in tutti i campi dall’inizio della crisi La Buona Impresa. Le sfide della globalizzazione e la sostenibilità sociale 22

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