Vaticano2015 La buona impresa

U N BILANCIO SOCIALE DI CATEGORIA intervista a G IOVANNI C OBOLLI G IGLI Presidente Federdistribuzione • Come sta affrontando il sistema delle aziende di distribuzione il tema della sosteni- bilità, della Corporate social responsibility e del bilancio sociale? Le imprese della Distribuzione moderna organizzata (Dmo) sono da tempo im- pegnate su tutti i temi della sostenibilità economica, sociale e ambientale, temi che hanno assunto nel tempo carattere di priorità strategica nei piani di sviluppo aziendali. La maggior parte di esse già predispone annualmente un bilancio sociale e anche chi finora non lo ha fatto sta orientando le proprie scelte in chiave di re- sponsabilità sociale d’impresa. L’obbligo previsto dalla direttiva europea sarà così un ulteriore stimolo di razio- nalizzazione e sistematizzazione delle proprie azioni di sostenibilità, un’occasione per organizzarle in modo strutturato e pubblicabile all’esterno, superando in que- sto modo un deficit di comunicazione già individuato nella prima edizione del Bilancio di sostenibilità sociale (Bss) di Federdistribuzione, che ci aveva portato a definire le imprese del nostro settore “aziende più del fare che del comunicare”. • Federdistribuzione predispone da tempo un bilancio sociale di settore, che coinvolge tutti gli associati con i loro 14.600 punti vendita e 213mila addetti e che realizzano oltre 60 miliardi di fatturato aggregato. Come avete deciso di impegnarvi in questo settore e perché? Da tempo avevamo capito che le nostre imprese associate, ma più in generale tutte le imprese della Dmo, sviluppavano molte attività in ambito di sostenibilità che poi non venivano comunicate, contribuendo in questo modo a creare quel gap di immagine di cui soffre il settore nei confronti di target importanti, come i media e il mondo istituzionale e politico. La Buona Impresa. Le sfide della globalizzazione e la sostenibilità sociale 28

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