Vaticano2015 La buona impresa

• Come evitare il rischio che il bilancio sociale sia percepito dalle imprese come un nuovo fardello burocratico e non, invece, come uno stimolo per migliorare la propria qualità complessiva? Sinceramente non vedo questo rischio. La direttiva si applica alle imprese di grandi dimensioni, quelle più strutturate e quindi in grado di adempiere alle indicazioni provenienti dall’Europa senza un aggravio eccessivo. D’altro canto sono certo che già le imprese con oltre 500 dipendenti siano consa- pevoli del fatto di essere un bene pubblico e che la loro attività e il loro sviluppo sono determinanti per il benessere di ampie comunità locali. E comunque c’è un elemento di cui le nostre imprese devono essere consapevoli: l’assunzione di com- portamenti socialmente responsabili dà significativi riscontri anche sotto il profilo economico, se efficacemente comunicati. Da una nostra recente indagine emerge che le imprese italiane che hanno posto attenzione alla sostenibilità ambientale, al benessere dei propri dipendenti e che hanno avuto un approccio etico alla gestione dell’attività produttiva in termini di contrasto all’illegalità e alla contraffazione – e che abbiano anche reso consapevoli i propri stakeholder di questi indirizzi gestionali e operativi – hanno ottenuto suc- cessi maggiori delle altre imprese, misurabili in aumento del fatturato, delle vendite all’estero e mantenimento dei livelli occupazionali. • Unioncamere è impegnata da tempo sulla promozione delle buone pratiche aziendali, anche attraverso la realizzazione dell’indice di coesione. Che risultati avete raggiunto sinora? Cosa farete per diffondere anche presso le imprese minori la cultura della so- stenibilità? Su questo fronte siamo impegnati da tempo con una attività di informazione e sensibilizzazione del tessuto produttivo. Le camere di commercio hanno struttu- rato negli anni sportelli e punti informativi che aiutano le imprese a realizzare bi- lanci sociali, a far emergere le buone prassi, a creare percorsi si sostenibilità. Ora estenderemo questa attività e la renderemo sistematica perché la qualificazione delle filiere produttive può passare in maniera significativa attraverso questo filone di attività. La Buona Impresa. Le sfide della globalizzazione e la sostenibilità sociale 32

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