Vaticano2015 La buona impresa

I numeri presentati dal Rapporto Responsible Care, dunque, mostrano risultati eclatanti sotto ciascuno degli aspetti che consideriamo irrinunciabili per una cor- retta interpretazione della sostenibilità, ovvero il rispetto dell’ambiente, il benessere sociale e la crescita economica. Il primato del quale andiamo giustamente orgo- gliosi è quello che riguarda la sicurezza sul lavoro: l’industria chimica si impegna ogni giorno a garantire luoghi di produzione idonei allo svolgimento delle attività professionali, senza rischi per la salute di chi vi opera. È la stessa Inail a confermare che la chimica è il settore con il minor numero di malattie professionali e il secondo con il minor numero di infortuni rapportato alle ore lavorate dai dipendenti. D’altro canto, anche sotto il profilo della tutela ambientale, le performance sono di tutto rispetto: le nostre imprese hanno ridotto drasticamente il proprio impatto sull’ambiente, ovvero circa il 95% in meno di emissioni inquinanti in atmosfera e il 65% negli scarichi idrici rispetto al 1989. Sono diminuite del 68% le emissioni di gas a effetto serra e l’efficienza energetica è migliorata del 45% rispetto al 1990: risultati, questi, già abbondantemente in linea con gli obiettivi dell’Unione europea al 2020. Inoltre, la riduzione delle emissioni specifiche (cioè calcolate a parità di produ- zione) testimonia che le imprese chimiche impiegano costantemente risorse umane e finanziarie nello sviluppo sostenibile: ogni anno impieghiamo il 2% del nostro fatturato e dedichiamo oltre il 20% dei propri investimenti a sicurezza, salute e ambiente. Con oltre 2.800 imprese che impiegano 108mila addetti, l’Italia è il terzo produt- tore chimico europeo, dopo Germania e Francia, ed è attiva in tutti i settori della chimica. I prodotti chimici trovano impiego in tutte le attività economiche, dall’agricoltura (4,2%) ai servizi (10,5%) ai consumi delle famiglie (17,1%), con una quota pre- ponderante nell’industria (68,2%). Spesso dietro al successo internazionale dei pro- dotti tipici del made in Italy – calzature, mobili, piastrelle, cosmetici e tanti altri – ci sono un prodotto e un’impresa chimica innovativi. Il made in Italy, per affrontare la competizione globale, deve innalzare il suo contenuto tecnologico e, in questo, l’industria chimica rappresenta il partner ideale. La Buona Impresa. Le sfide della globalizzazione e la sostenibilità sociale 42

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