Verona2017 CONVEGNO NAZIONALE La sfida alle democrazie occidentali
9 1. Intervento introduttivo E così l’economia tarda a consolidare la ripresa, la disoccupazione giovanile, so- prattutto nel Meridione, tocca cifre insostenibili e dobbiamo assistere a un calo pluriennale della produttività che supera di gran lunga i tempi standard del ciclo economico. Come corollario, il ceto medio è in grave difficoltà. Eppure, il capitale umano di cui disponiamo, il patrimonio artistico e culturale che ci hanno tramandato, la grande tradizione manifatturiera apprezzata e copiata a tutte le latitudini, l’unicità dello stile di vita italiano, la benevolenza del clima, e, non ultima la posizione geografica che ci pone diciamo al “centro” del mondo, sono tutti fattori competitivi di cui nessun altro paese può disporre. In definitiva come scriviamo nella presentazione del convegno, pensiamo che solo con un’Europa che recuperi la sua centralità, la sua visione e i suoi valori fondativi, che esca dal dibattito sul falso dilemma tra crescita e rigore e che si doti di una politica economica e di una politica estera unica e solidale, potrà consentire a tutti gli stati democratici europei, Italia in testa, di non perdere più terreno rispetto a quei paesi con regimi autoritari, come la Cina, per fare un esempio, che invece macinano potere e quote di mercato a nostro discapito. Anche l’imbarazzante rappresentazione che va in scena in questi mesi tra i paesi europei su come gestire i flussi migratori che stanno assalendo le nostre terre non ci lascia ben sperare. Ma nonostante tutto, da imprenditori, abbiamo l’obbligo, oltre che l’indole, a guardare avanti, a voler pensare positivo, ad accettare le sfide. Pensiamo che no- nostante tutto è possibile recuperare il tempo perduto e che non sia troppo tardi. Contiamo che anche i nostri governanti, italiani ed europei, abbiano lo stesso grado di responsabilità, sentano gli stessi obblighi, si facciano pervadere dalla stessa indole che abbiamo noi imprenditori. E che accettino la sfida di far risorgere i nostri paesi. Abbiamo bisogno – come dicevamo nel 2014 a Palermo – di più Europa per con- tinuare a garantire pace e stabilità in un mondo dove l’asse centrale del potere si sta spostando velocemente da Occidente a Oriente. In ballo non ci sono solo il
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