Verona2017 CONVEGNO NAZIONALE La sfida alle democrazie occidentali

2. Democrazie, populismi e autoritarismi 27 Da questa analisi viene fuori l’idea che la più importante promessa non mantenuta in democrazia, quella della prosperità e del benessere, abbia conseguenze anche sul modo in cui la crisi democratica si rivela. Sarebbe a dire sul fiorire dei vari na- zionalismi (Catalogna, Scozia, Nord-Italia, la stessa Brexit, supremazia bianca in Usa, etc.) e populismi. Dal primo punto di vista, quello dei nazionalismi, si può parlare di un sovranismo culturale di successo. Questo sovranismo culturale afferma il primato di una spe- cifica visione culturale sulle altre, ed è ben presente nei discorsi di leader politici contemporanei come Putin, Trump, Le Pen e Farage per nominarne solo alcuni. La diffusione e il consenso della identity politics di cui parla Held ne sono testi- monianza ampia. Detto in termini più generali, noi sosteniamo che si può pensare all’esistenza di un rapporto tra le condizioni economiche che – secondo molti – servono da presupposto per l’affermarsi stabile della democrazia e la crisi diffusa del multiculturalismo. Come abbiamo detto, la democrazia stabile della tradizione è infatti cresciuta per così dire parallelamente a una promessa di ascesa sociale ed economica per i cittadini. Perlomeno dal 2008, e proprio nei paesi occidentali a forte stabilità democratica, questa promessa non è più realistica. Si può così sospet- tare – e leggendo Putin e Trump, per non parlare di Le Pen e Salvini, se ne ha una conferma – che leader spregiudicati “vendano” una specie di sovranismo culturale perché non sono in grado di garantire un migliore futuro socio-economico. L’im- possibilità di ascesa sociale ed economica troverebbe in questo caso un trade-off nell’intenzione di colpevolizzare l’altro o il diverso, che sia migrante o nero poco importa. In termini generali, si potrebbe anche sostenere che il populismo che si afferma in molte regioni del mondo trova una sponda naturale nell’incapacità dei governi di creare benessere congiunta con la ricerca di un “capro espiatorio” spesso identificato in un gruppo etnico (i neri, gli arabi e così via). È anche superfluo sot- tolineare la pericolosità di un trade-off così costituito alla luce della storia europea del secolo ventesimo. Ma la crisi economica può spiegare in parte anche l’affermazione del populismo. Sempre più le società contemporanee si dividono in tre mega-classi: i fortunati che partecipano a pieno titolo, i consumatori e la massa degli esclusi. La mancata

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