Verona2017 CONVEGNO NAZIONALE La sfida alle democrazie occidentali

La sfida alle democrazie occidentali 28 promessa di benessere della democrazia ha reso sempre più numerosa e arrabbiata questa ultima classe, gli esclusi. E gli esclusi sistematicamente votano contro le élites, colpevoli a loro parere di avere fatto fallire il sogno di benessere democratico. Il messaggio è chiaro: “Vi abbiamo delegato responsabilità e potere, e voi avete fallito! Ora, ci riprendiamo il governo delle cose”. L’uomo qualunque diventa così il nuovo protagonista della politica e sostituisce il professionista politico e l’esperto. Non è facile capire come reagire a spinte come quella populista, che senza dubbio si nutre più di emozioni che di ragioni. Noi abbiamo cercato (in altra sede) di fare un’ipotesi sull’uso di nuove tecnologie informatiche per favorire un ritorno di pro- tagonismo del popolo nella politica democratica. È comunque davvero presto per dire se una soluzione di questo tipo possa giovare alla causa, che è poi quella di proteggere la democrazia. Più in generale ancora vorremmo chiederci: come si deve pensare a questa crisi della liberal-democrazia in una prospettiva di filosofia politica? Come sempre in questi casi, ridiscutendo i fondamenti della questione. Questi nell’ottica della fi- losofia politica normativa ruotano attorno ai concetti di gustificazione e legitti- mazione. La giustificazione presuppone l’eguaglianza morale e politica di tutti i cittadini. Costoro devono essere trattati con eguale “concern and respect” per ado- perare la fortunata espressione di Ronald Dworkin. Ora, l’eguaglianza morale e politica di cui parliamo ha un significato prettamente normativo, riguarda cioè una prescrizione più che una descrizione, il modo in cui le cose dovrebbero andare più che il modo in cui le cose vanno. Ma il livello normativo non può essere del tutto distinto da quello fattuale: le prescrizioni non sono e non possono essere del tutto indipendenti dalle descrizioni (e viceversa). Riprendendo un termine di solito usato in filosofia della mente, potremmo dire che il piano normativo “sopravviene” su quello descrittivo. Nel mondo di oggi, e soprattutto in Occidente dopo il 2008, la scissione tra i due livelli è però evidente. L’eguaglianza morale e politica dei cit- tadini – e cioè il presupposto della giustificazione – non trova riscontro nell’egua- glianza sociale ed economica tra di essi. Ciò crea un problema di inadeguatezza sistematica. La giustificazione diventa per conseguenza meno credibile, per così dire troppo utopica per essere vera. Qualcosa del genere spiega il diffondersi negli

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