Verona2017 CONVEGNO NAZIONALE La sfida alle democrazie occidentali

2. Democrazie, populismi e autoritarismi 31 C LAUDIO C ERASA E dal punto di vista strettamente interno? A NGELO P ANEBIANCO Dal punto di vista strettamente interno, oltre alle ragioni che sono state indicate dal professor Cottarelli sulla fine della capacità dell’ascensore sociale di produrre mobilità e alle disparità di reddito, ne aggiungerei un’altra, che ha a che fare con il processo democratico, cioè il fortissimo indebolimento delle élite politiche, sociali e culturali in rapporto a una parte ampia del resto della popolazione. C’è infatti una perdita di prestigio e di autorità delle élite, che in qualche modo avevano governato le demo- crazie in passato. Questa perdita di forza e di prestigio è in parte collegata alla diffu- sione dell’istruzione e a nuove tecnologie, che mettono direttamente in contatto i cittadini fra di loro e i cittadini con il potere pubblico, e questo mi sembra un fatto permanente e molto difficile da affrontare per le democrazie rappresentative, che si sono rette per un lungo periodo di tempo sulla presenza dell’uguaglianza di fronte alla legge da un lato, ma anche sulla presenza di élite che erano in grado di governare questi sistemi. Le élite oggi sono in ritirata e anch’esse sulla difensiva. C LAUDIO C ERASA Chiederei a Paolo Mieli, collegandoci a questa questione, un altro spunto di ri- flessione. La crisi dell’élite è simmetrica alla crisi della competenza e a tale proposito in Ame- rica è uscito qualche mese fa un libro che si intitola “Death of expertise” , La fine degli esperti, e oggettivamente l’egomania dell’incompetenza è una forma di mi- naccia forte per la democrazia. Vorrei chiedere quali sono i veri nemici della democrazia che mettono più a rischio la sopravvivenza dei tradizionali meccanismi della democrazia in Italia e nel resto dell’Europa.

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