Verona2017 CONVEGNO NAZIONALE La sfida alle democrazie occidentali
sguardo alla situazione storica e la trova un po’ complicata, e io credo che quello che sta succedendo adesso è che sia difficile orientarsi. Comunque sia, sempre più – oltre alla crisi interna delle democrazie – si intravvede un altro problema che consiste nel desiderio di imitare la capacità decisionale dei paesi più autoritari. Nessuno di noi – suppongo – vorrebbe vivere in Corea del Nord. Tuttavia, la rapidità e l’efficacia di una decisione presa per esempio dalla leadership cinese o russa appaiono in molti casi preferibili al ritmo lento delle democrazia tra- dizionali. Questa constatazione è molto popolare. La medesima osservazione può comunque essere integrata da una componente altrettanto rilevante e meno nota. Al di là della rapidità, i regimi autoritari godono di un ciclo politico lungo. I loro leader hanno un’agenda più solida e meno vincolata dall’opinione pubblica. Questo che appare prima come un difetto, può però essere anche visto come un pregio. Il ciclo elettorale corto, che caratterizza ad esempio un paese come l’Italia, rende talvolta l’agenda dei leader politici incapace di guardare al lungo periodo. Sotto queste premesse, penso che siano modi per combattere il populismo e gli autoritarismi, considerando il populismo come una sorta di pericolo di autorita- rismo futuro. Prima di tutto bisogna governare la globalizzazione. Anche se si tratta di un feno- meno che non è facile da addomesticare, qualcosa bisogna pur fare. Prendiamo, ad esempio, quello che è successo in Cina e in India e i suoi riflessi in Occidente. Possiamo dire che nella prospettiva dell’occhio di Dio quello che è successo è sa- crosanto dal punto di vista della giustizia globale, perché si tratta di paesi dove c’è gente che dopo secoli ha di nuovo la possibilità di nutrirsi e avere una vita decente. Ma visto dall’occhio dell’operaio del Wisconsin o dell’Illinois non è la stessa cosa, perché lui – a fronte del progresso economico di India e Cina – ha perso potere, reddito e sicurezza. La prima cosa, quindi, è vedere la globalizzazione non solo in termini universali, ma anche in termini locali, come finora non è stato fatto adeguatamente, nono- stante sia importante. Questo riguarda anche le migrazioni. Umberto Eco fece una bellissima distinzione in proposito fra l’immigrato e il migrante, dicendo che il migrante non è controllabile, perché la migrazione è un fenomeno epocale. Cio- La sfida alle democrazie occidentali 36
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