Verona2017 CONVEGNO NAZIONALE La sfida alle democrazie occidentali

La sfida alle democrazie occidentali 42 andare di nascosto nel retrobottega per prendere gli ingredienti delle pasticcerie di Destra. Il vedere come andrà questa parte, comunque, non lo affido ai miei figli bensì ai miei nipoti. C LAUDIO C ERASA Al Presidente Patuelli faccio l’ultima domanda per provare a mettere a fuoco un’altra grande divisione dei nostri tempi, che è quella fra pessimisti e ottimisti. Provocatoriamente chiedo se il pessimismo è una causa o un effetto del populismo. A NTONIO P ATUELLI Forse tutte e due. Un tempo ragionavamo sul pessimismo della ragione e l’ottimi- smo della volontà e questo ci dava una spinta per l’avvenire. La crisi così lunga e inaspettata, successiva a un ventennio di euforia, ha fatto ca- dere tutto questo ottimismo e la speranza nell’avvenire. Ora è la prima volta che è in corso una rivoluzione industriale di grande dimen- sione, cioè la digitalizzazione massiccia, senza che ci sia, però, un ottimismo per i suoi effetti. È la prima volta che non c’è questo ottimismo, mentre in tutte le altre rivoluzioni industriali si era visto un grande ottimismo per l’avvenire. Questo scenario di negatività è frutto di questi umori e di una carenza di analisi e di lungimiranza. Questa non è la prima rivoluzione industriale e non sarà certamente l’ultima, ma tutte le volte che c’è una rivoluzione, bisogna reinventarsi il piano industriale. Aziendalmente lo facciamo tutti, perché tutti coloro che superano le crisi e sono vittoriosi nel cambiamento, non lo rifiutano, bensì cercano di estrarne gli aspetti positivi e di correggere gli aspetti superati. Noi viviamo adesso una fase cupa, con uno scenario di disoccupazione galoppante e di mancanza di vantaggi dall’innovazione, ma questa è una valutazione veramente

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