Verona2017 CONVEGNO NAZIONALE La sfida alle democrazie occidentali

2. Democrazie, populismi e autoritarismi 43 superficiale che si basa anche su un sistema di informazione che privilegia qualsiasi negatività e che non coglie gli elementi positivi, rifiutando anche l’evidenza del cambiamento. Questa è una fase che deve essere superata e quello che più mi infastidisce è che non ci siano in Italia dei forti anticorpi. Alcuni hanno ricordato il centenario di Caporetto, ma bisogna dire che dopo Caporetto c’è stata una forte reazione di volontà. Gli studiosi di storia ecclesiastica testimoniano che la frattura risorgimentale fra Stato e Chiesa venne ricucita proprio dopo Caporetto, quando la Chiesa non ritirò i cappellani militari, ma li incitò a sostenere la resistenza sul Piave. Quello è stato il momento del cambiamento e noi oggi dobbiamo trovare in noi stessi la capacità reattiva per costruire una nuova fase, senza abbandonarsi alla banalità della rasse- gnazione sul fatto che dalla crisi non si esce mai o che si esce debolmente. Negli ultimi anni la crisi dei crediti deteriorati in Italia è stato l’elemento principale per il quale l’Italia veniva considerata un paese economicamente debole. Il fatto, però, che i deteriorati netti (messi da parte tutti gli accantonamenti e le svaluta- zioni) in sette mesi sono calati del 23% non è una notizia percepita in Italia e nemmeno nei mercati internazionali. Credo che dobbiamo reagire e, come dopo Caporetto c’è stato Vittorio Veneto, anche adesso dovrà esserci un nuovo Vittorio Veneto in Italia.

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