Verona2017 CONVEGNO NAZIONALE La sfida alle democrazie occidentali

era possibile intervenire per dire che, anche all’interno del campo politico in cui mi trovo a militare, bisogna ritrovare lo spirito con cui l’Italia entrò nell’euro, la cultura della stabilità di Ciampi, di Andreatta e di tanti altri, cioè l’idea che sia fondamentale ridurre il debito pubblico. È chiaro che, per chi ha il problema di vincere le elezioni fra sei mesi, poter elargire più soldi rappresenti una bella utilità, cui la teoria keynesiana, spesso usata a sproposito, fornisce una ottima scusa. Ciò detto, non sono un difensore del fiscal compact così com’è o comunque del- l’interpretazione che qualcuno vorrebbe darne, perché avrebbe comportato un ag- giustamento troppo rapido, laddove è importante per noi cercare di fare un aggiustamento graduale. Il Fondo monetario ci critica e ci ricorda che, dal 2013 a oggi, noi italiani abbiamo ridotto l’avanzo primario. Tenendo conto che nel frattempo la crescita economica da negativa è diventata positiva, l’avanzo primario avrebbe dovuto migliorare. Il fatto che invece sia peggiorato indica che l’andamento di fondo dei nostri conti ha registrato un peggioramento, secondo le stime del Fondo monetario interna- zionale quantificabile in due punti percentuali del Pil. A mio avviso, in questa specifica circostanza, non abbiamo fatto male perché la priorità non poteva che essere quella di uscire da una recessione gravissima. Quindi è stato giusto dare un sostegno all’attività economica, ma è un fatto che questa politica ci ha allontanati dall’equilibrio e che da ora in poi il cammino è più difficile. Naturalmente, non sono questi i ragionamenti che prevalgono in Parlamento, dove si trova in realtà il partito unico della spesa pubblica. Credo che tutti noi dobbiamo fare qualcosa per poter arginare questo “partito”. Adesso, ad esempio, assistiamo al tentativo di tornare indietro sulla riforma pensionistica; bisogna ribadire chiaramente quanto affermato dal Governatore Visco un paio di giorni fa – e quello che continua a ripetere il Ragioniere Generale dello Stato, Daniele Franco – e cioè che l’invec- chiamento della popolazione ci impone di adottare certe regole pensionistiche. Credo, inoltre, che si debba fare anche una battaglia culturale: l’idea che con la spesa pubblica e con il debito pubblico si possa fare crescita è come in fisica l’idea che sia possibile volare tirandosi per i capelli. Si tratta di una sciocchezza, e va detto chiaramente. La sfida alle democrazie occidentali 48

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