Verona2017 CONVEGNO NAZIONALE La sfida alle democrazie occidentali

La sfida alle democrazie occidentali 54 Quello che io credo profondamente è il fatto che oggi in Italia viviamo una condi- zione abbastanza “splittata” in due, fra aziende di dimensioni medio o medio-grandi con prodotti competitivi e capacità di esportazione elevata, che tendono a mini- mizzare il problema-paese. Un paese che, comunque, in questi anni ha fatto delle cose molto importanti nella direzione di un miglioramento delle condizioni indu- striali. Abbiamo, infatti, una legislazione sul lavoro che è sicuramente enormemente differente e sostanzialmente buona dal punto di vista di duttilità e flessibilità ope- rativa e abbiamo forse la migliore legge sul supporto alla modernizzazione all’in- dustria 4.0 (legge sugli iper ammortamenti fatta l’anno scorso). Secondo me, in Italia ci sono moltissime aziende fra i 100 milioni e i 2 miliardi che sono estremamente competitive, basandosi sempre sul fatto che abbiamo un costo del lavoro un po’ inferiore a quello tedesco e francese, che abbiamo una con- dizione in cui la dimensione minimizza i problemi della burocrazia, che sono mo- struosi per le aziende più piccole. Si tratta di aziende, inoltre, che hanno una visibilità tale per cui riescono a reperire risorse a livello di laureati in materia scien- tifica, che sono una merce piuttosto rara nel paese. Secondo me, c’è un certo tipo di aziende che ha sentito la crisi del 2008, ma che, lavorando in un ambito mondiale, già dal 2010 hanno visto la luce e oggi si tro- vano in condizioni buone. Il problema grosso di quel 20% in meno che noi abbiamo rispetto al costo del la- voro tedesco è il cuneo fiscale, il quale fa sì che il netto che i nostri collaboratori ricevono è più vicino alla metà che al 20% in meno. Io credo che questo sia un problema colossale, sia per quel rancore sociale che tutti percepiamo in questi anni in Italia come un problema robusto e difficilmente sa- nabile, sia per il fatto che è difficile avere una politica di crescita basata sui consumi interni con questi gruppi di persone con salari netti così bassi. Il discorso del Portogallo lo ritengo dolorosamente non riproducibile in Italia per motivi di rapporti fra i partiti, ma sicuramente il tema del cuneo fiscale è molto importante proprio nell’ottica dello sviluppo del paese. Io ritengo che queste aziende che vanno pian piano se ne trascineranno sempre dietro delle altre e questo è un circolo virtuoso che anche in Italia comincia a muoversi.

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