Verona2017 CONVEGNO NAZIONALE La sfida alle democrazie occidentali

3. L’Europa di fronte al bivio tra crescita e rigore: un falso dilemma 55 C LAUDIO C ERASA Chiedo a Giampaolo Galli di ingaggiare una sfida con chi ci sta ascoltando in questo momento, perché in questi ultimi anni ha avuto la possibilità di essere a stretto con- tatto con due mondi: il mondo delle imprese prima e il mondo della politica adesso. Nel dibattito pubblico, quando si pensa ai problemi di un paese, si tende a scari- care la possibilità sulla classe politica e questo ha portato notevoli consensi ad al- cuni movimenti. Proviamo, però, a ribaltare la questione affrontando un tema di cui si parla poco. Quali sono oggi le responsabilità che ha la classe dirigente e imprenditoriale ita- liana in una serie di problemi del paese? Ci sono delle cose che andrebbero cambiate nell’approccio ai problemi del paese e anche nel supporto di alcune iniziative? G IAMPAOLO G ALLI Avendo detto che la crescita non si la fa con il debito pubblico, non posso che partire dal concetto simmetrico, e cioè che la crescita la fanno le imprese. So bene che è presente una critica all’imprenditoria italiana, ma a me sembra sia importante sottolineare che la crescita economica che abbiamo sperimentato nel Dopoguerra sia dovuta alle imprese. Mi sembra importante ribadire poi che la crescita econo- mica, in generale, la si ottiene con il sudore della fronte, con la ricerca, con l’or- ganizzazione e con il lavoro dell’impresa e non certo, di nuovo, con il debito pubblico. In Parlamento vedo tanti giovani, che vengono fuori da mondi nuovi e che sem- brano convinti che la crescita si possa ottenere stampando moneta (lo pensa ad esempio un noto esponente del Movimento Cinque Stelle), anche se al riguardo non si capisce come mai questa soluzione miracolosa non sia stata già adottata, ri- solvendo così tutti i gravi problemi della povertà nel mondo. E quando non è stampando moneta, qualcuno dice che la crescita si può fare a colpi di disavanzi. Venendo alla domanda, quando ero in Confindustria, con Antonio D’Amato ci siamo dati molto da fare per cercare di indurre le imprese italiane a cogliere le op-

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