Verona2017 CONVEGNO NAZIONALE La sfida alle democrazie occidentali

La sfida alle democrazie occidentali 56 portunità di crescita che si pongono in un mercato globale, ma mi sembra che le imprese italiane, in realtà, mediamente siano rimaste piuttosto piccole nel con- fronto internazionale. Guarderei anche al bicchiere mezzo pieno, perché questo calabrone vola. Abbiamo avuto una perdita di competitività di costo nei confronti della Germania che già prima della grande crisi era intorno ai 15-20 punti, eppure siamo bravi a esportare. Abbiamo un nucleo di buone aziende che esportano sui mercati mondiali e sono quelle che vengono accusate di delocalizzare parti della produzione o di andare nei paesi con basso costo del lavoro, ma sono anche quelle che si sono riorganizzate e ristrutturate e hanno successo creando occupazione qualificata in Italia. Abbiamo poi tantissime microimprese che faticano, perché non riescono a esportare e sono esposte alla concorrenza esterna dal lato delle importazioni. Questa è la ragione per cui, non appena riprende la domanda interna, registriamo un forte aumento delle importazioni. Dunque il punto è che abbiamo un nucleo di imprese inno- vative che sono capaci di stare sui mercati internazionali e spiegano il successo delle nostre esportazioni, ma non sono sufficienti per “fare Pil”, ossia per generare un tasso di crescita analogo a quello degli altri paesi europei. Una critica frequente dice che ci sono imprenditori che hanno fatto la scelta di andare in settori protetti dalla rendita, come quelli che gravitano intorno alle con- cessioni pubbliche. È una critica che non capisco: se lo Stato (rappresentato nella fattispecie da alcune delle sue figure più prestigiose come Ciampi o Draghi) ti chiede di comprare un’autostrada, perché un imprenditore non dovrebbe farlo? L’imprenditore va dove sono presenti delle possibilità di guadagno. E se il guada- gno in qualche caso è eccessivo, ammesso che lo sia, l’eventuale demerito è dello Stato che ha concesso condizioni troppo favorevoli, non certo dell’imprenditore. L’imprenditore, se ottiene buoni profitti, può poi andare in giro per il mondo a fare altre cose o, ad esempio, rinnovare l’aeroporto di Fiumicino – che dopo l’in- cendio di due anni fa, ricordate? – adesso è un caso di eccellenza mondiale ed è una delle poche novità positive in una città disastrata come Roma.

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