Verona2017 CONVEGNO NAZIONALE La sfida alle democrazie occidentali

a un posizionamento significativo nel contesto europeo. Bisogna trovare qualcosa di più che non il solo contesto nazionale per far sì che una grande coalizione funzioni. Più concretamente bisognerebbe rimotivare questo italo-europeismo su alcune grandi filiere di progettazione e azione. Faccio un esempio sul tema della difesa che è cruciale per tante ragioni. È campo sul quale l’Italia ha dimostrato nelle sue attività internazionali di essere un paese capace di muoversi molto bene e capace anche di essere “gradito” laddove altri paesi non lo sono. L’Italia, infatti, è considerata un paese portatore di obiettività nel trattare problemi difficili internazionali e questo è un sovrappiù che dovremmo usare nel contesto europeo. Un secondo esempio riguarda il Parlamento europeo, che spesso sottovalutiamo, ha visto molto spesso la collaborazione concreta tra i popolari e i socialisti demo- cratici italiani. Per una grande coalizione dovremmo scegliere delle filiere pro- grammatiche in cui il nostro paese, al di là delle ripartizioni partitiche, si riconosca nel contesto europeo. Se la collaborazione tra alcuni partiti italiani fosse in Italia come quella che si fa nel Parlamento europeo la grande coalizione reggerebbe bene. Certo non potrebbe includere chi non ha la minima idea di come funzioni un si- stema democratico e di come complessa sia la politica europea che richiede com- petenze oltre la legittimazione popolare. L’Italia non è un paese debole ma un paese dove le forze frenanti e particolaristiche sovrastano ma non sconfiggono (per nostra fortuna) quelle positive e innovative. Ho fatto prima l’esempio della manifattura italiana e ora aggiungo un altro esem- pio. È vero che l’Italia spende poco nella ricerca scientifica e tecnologica, ma non è vero che non abbia delle eccellenze che si sono formate in Italia e che in parte sono rimaste da noi ed in parte sono emigrate. Il nostro sistema formativo e di ri- cerca è un “sistema a isole del sapere”. Alcune funzionano molto bene e producono delle straordinarie competenze, mentre altre non funzionano. Recentemente ho coordinato il G7 delle Accademie che si è tenuto ai Lincei. Uno dei temi che avevo proposto, e che è stato accettato, era quello della “Nuova cre- scita economica: il ruolo di scienza, tecnologia, innovazione e infrastrutturazione”. Nei dibattiti è emerso chiaramente che quando si parlava di tecnoscienza (appli- La sfida alle democrazie occidentali 60

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